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  Melchiorre Paolo Gerbino, direttore della rivista Mondo Beat, leader storico della Contestazione
- Melchiorre Gerbino
- direttore della rivista Mondo Beat


Matteo Guarnaccia: stupidaggine e malevolenza nelle sue ricostruzioni della storia di Mondo Beat e della Contestazione

(this article translated into English)

Matteo Guarnaccia era troppo giovane per potere partecipare alla rivolta giovanile degli Anni 60 ma, siccome ci vuole apparire, asserisce che era così precoce che quando aveva 14 anni faceva l’autostop avanti e indietro da Milano a Amsterdam, le due città più in rivolta. E vuole che gli crediamo.
Ma ecco che nel 1996 Matteo Guarnaccia pubblica il libro "Beat e Mondo Beat", Stampa Alternativa, con cui fornisce tanta disinformazione su Mondo Beat che non sai da dove iniziare a fare rettifiche e a colmare lacune. E ciò Matteo Guarnaccia non ha fatto allo scopo di mistificare la storia di Mondo Beat, ma perché ha scritto di Mondo Beat per averne sentito dire qua e là. A causa della sua superficialità, egli non si sarebbe reso conto che avrebbe potuto trovare la trama della storia di Mondo Beat se avesse consultato giornali e riviste d’epoca. Tutti i quotidiani basati su Milano, ed altri ancora, con titoli a caratteri cubitali, molte immagini, hanno scritto di una manifestazione di Mondo Beat, del 7 marzo 1967, con cui 200 giovani hanno paralizzato il cuore di Milano durante due ore di traffico serale (questo, per contestare il sistema che ostacolava la distribuzione della rivista Mondo Beat; questo, il battesimo di fuoco della Contestazione). Di questo, niente di niente in "Beat e Mondo Beat" di Matteo Guarnaccia

La Manifestazione di Contestazione del Sistema - Milano, 7 Marzo 1967 - fu la prima manifestazione di Contestazione di Massa
Manifestazione di Contestazione del Sistema. Milano, 7 marzo 1967.
Mondo Beat era un quindicinale regolarmente registrato, ma quando cominciò a dare preoccupazioni a causa della sua linea libertaria, allora il sistema per ostacolarne la diffusione ricorse a vigili urbani che ne sequestravano le copie perché chi le vendeva per strada non era munito di licenza di venditore ambulante (Licenza n 121 del Codice di Pubblica Sicurezza). Le monache però, che quella licenza non avevano nemmeno, indisturbate potevano vendere per strada "Famiglia Cristiana". Ma dopo la Manifestazione di Contestazione del Sistema, quando ebbero capito di che pasta eravamo fatti, ci hanno lasciato vendere per strada, come fossimo stati monache.

Contestazione del sistema due pesi e due misure
LA LICENZA DI P.S.121 CHIEDETELA PRIMA ALLE MONACHE.
La Contestazione dalle vetrate della Cava, la sede del Movimento Mondo Beat.

Grazie molto alle vetrate della Cava la Contestazione si sarebbe propagata a livello di massa
Poster esposti nelle vetrate della Cava (foto di varie agenzie).
Le vetrate della Cava ebbero un effetto dirompente nel propagare la Contestazione tra la massa, perché i poster che vi venivano esposti erano fotografati e riprodotti in articoli di quotidiani e rotocalchi e visti da centinaia di migliaia di persone in tutta Italia.

Né Matteo Guarnaccia in "Beat e Mondo Beat" ha scritto qualcosa sull'impegno di Mondo Beat ad affermare i diritti civili, che è stato eroico, perché i giovani di Mondo Beat hanno affrontato a viso aperto la Questura di Milano, che per allontanarli dalla città ingiungeva loro "fogli di via obbligatori" che erano anticostituzionali perché privavano di libertà cittadini che non avevano commesso alcun reato. Ma se non si ottemperava a quelle ingiunzioni, e si veniva fermati dalla polizia un'altra volta in Milano, si veniva condannati a un mese di carcere da un pretore, poi a tre mesi in caso di recidiva, poi a sei...

La copertina del terzo numero di Mondo Beat segna il momento in cui i giovani del Movimento mutarono da contestati in contestatori
Copertina di Mondo Beat N.1 (terzo della serie) dell'1 marzo 1967.
Questa copertina segna la data storica della nascita della Contestazione. Fu composta con "fogli di via obbligatori" e "diffide" che varie questure d’Italia contestavano a giovani di Mondo Beat. Essa segna il momento in cui i giovani di Mondo Beat mutarono da "contestati" in "contestatori". Da quel momento essi avrebbero affrontato la Questura di Milano a viso aperto

Alfio D'Agosta Giuda incollò su un cartello il documento del foglio di via obbligatorio che aveva ricevuto e contestò la Questura in Piazza Duomo. Sul cartello stava scritto "Allontanatevi! Sono un pericolo! La Questura ha diffidato la mia coscienza di uomo libero"

La notizia della contestazione di Alfio D'Agosta travalicò le Alpi e il sistema italiano ne fu tanto imbarazzato che Alfio D'Agosta non venne incarcerato
Alfio D’Agosta Giuda contesta la Questura di Milano.

Alfio D'Agosta compi' quella che nella storia di Mondo Beat viene ricordata come l'azione individuale piu'; esemplare.
Alfio D'Agosta nel momento in cui viene arrestato a Piazza Duomo.
Alfio D'Agosta compì quella che nella storia di Mondo Beat viene ricordata come l'azione individuale più esemplare. Fu arrestato, ma in Questura non ebbero il coraggio di farlo mettere in prigione, perché la notizia della sua azione aveva valicato le Alpi. Lo imbarcarono su un aereo e lo spedirono a casa in Sicilia, da dove Alfio D’Agosta non avrebbe tardato molto a ripartire per tornare a Mondo Beat.

Nella foto, da sinistra, Eros Alesi, Morgan e Cristo di Monza
Nella foto, da sinistra, Eros Alesi Pasticca, Morgan, Cristo di Monza, hanno contestato la Questura in Piazza Duomo e vengono arrestati.

Hanno contestato la Questura in Piazza Duomo e vi vengono condotti.
Nella foto, dietro il finestrino di sinistra, Ronny, e dietro di lui s'intravede Eros Alesi. Hanno contestato la Questura in Piazza Duomo e vi vengono condotti.

I quattro, che contestarono la Questura in Piazza Duomo, non avevano ricevuto il foglio di via obbligatorio perché erano residenti a Milano, ma avrebbero potuto comunque finire in prigione col pretesto di "resistenza a pubblico ufficiale". Queste due foto sono le più divertenti della storia di Mondo Beat. Osservare le facce di quelli che venivano arrestati e di quelli che li arrestavano.
Dovevi avere grande fegato per contestare la Questura di Milano, perché lì non ti avrebbero offerto tarallucci e vino.

Manifestazione di Mondo Beat dell'8 aprile 1967
Manifestazione di Mondo Beat dell'8 aprile 1967. Eros Alesi regge il cartello "La legge è uguale per tutti?". Accanto a Eros Alesi c'è Melchiorre Gerbino. (Foto AGI - Il Giorno)

Manifestazione di Mondo Beat dell'8 aprile 1967
Manifestazione di Mondo Beat dell'8 aprile 1967. Melchiorre Gerbino è inquadrato sotto il cartello "Chiediamo i diritti civili"; Andrea Valcarenghi (con gli occhiali) gli è accanto. (Foto AGI - Il Giorno)

Manifestazione di Mondo Beat dell'8 aprile 1967
Manifestazione di Mondo Beat dell'8 aprile 1967. "Il nostro Vietnam è l'Italia". (Foto AGI - Il Giorno)

L’impegno per l’affermazione dei diritti civili in Italia sarebbe stata la costante del percorso del Movimento Mondo Beat. Nel quarto numero della rivista Mondo Beat, Marco Maria Sigiani avrebbe citato Mario Savio, leader del Free Speech Movement, il quale diceva che è molto più facile farsi consapevoli dell’oppressione che subiscono altri, e reagire con ira, di quanto non lo sia rendersi consapevoli dell'oppressione che subiamo noi stessi e rivoltarcisi contro.
Questo il motivo per cui, nell’assolvere alla doppia funzione di direttore della rivista Mondo Beat e di leader nelle manifestazioni pubbliche del Movimento, la condotta di Melchiorre Gerbino sarebbe stata drastica. Nella rivista Mondo Beat niente scimmiottamenti di mode Beat Generation, dal momento che non avrebbero servito la causa dell'affermazione dei diritti civili in Italia, al contrario, avrebbero confuso ancor di più i già confusi provinciali italiani (e questo era il lavoro che stava facendo Fernanda Pivano, l'agente della CIA). Nella piazza, niente manifestazioni a favore del Vietnam del Nord, perché queste venivano sfruttate dal Partito Comunista Italiano, i cui giovani erano tanto bigotti quanto quelli dell'Azione Cattolica. A Mondo Beat non ci sarebbero state distrazioni dall'impegno di affermare i diritti civili in Italia. E per questo suo fare drastico Melchiorre Gerbino, che già dagli inizi di Mondo Beat si era attirata l'antipatia dei reazionari, si sarebbe attirata pure quella dei comunisti e di alcuni anarchici, ma i giovani della Base di Mondo Beat sarebbero stati solidali con lui, perché essi soffrivano gli abusi del potere sulla loro pelle, e alla fine la Contestazione sarebbe diventata di massa, perché alla gente urgeva affermare i diritti civili.
E così il 3 aprile 1967, assistito dagli avvocati Alessandro Garlatti e Carlo Invernizzi e supportato da 200 giovani della Base di Mondo Beat, Melchiorre Gerbino avrebbe presentato al Tribunale di Milano una denuncia contro la Questura. Con essa veniva documentato il comportamento persecutorio, talvolta violento, con cui funzionari e agenti della Questura avevano agito nei confronti di giovani del Movimento Mondo Beat.

Dopo la denuncia contro la Questura di Milano,il vecchio giaccone svedese di Melchiorre Gerbino sarebbe diventato l'emblema per l'affermazione dei diritti civili in Italia
Per l'affermazione dei diritti civili Mondo Beat presentava una denuncia contro la Questura di Milano.
Dopo questa denuncia, il cui evento ricevette grande attenzione mediatica, il vecchio giaccone svedese di Melchiorre Gerbino, con cui egli si era protetto nel corso di un umido inverno a Milano e con cui si era recato in tribunale a presentare la denuncia, sarebbe diventato un emblema e altri attivisti dei diritti civili ne avrebbero indossato di simili in eventi ufficiali.
Ma Matteo Guarnaccia in "Beat e Mondo Beat" non ha scritto niente di questo impegno dei giovani di Mondo Beat, che sono stati i primi attivisti ad affermare i diritti civili in Italia.
E solo scemenze ha scritto sulla Tendopoli di Mondo Beat, dove fu innescata la miccia di una rivoluzione sessuale che avrebbe trasformato i costumi della società italiana.
Il fenomeno di giovani che da tutta Italia fuggivano da casa e venivano a Milano per unirsi ai giovani di Mondo Beat aveva già fatto notizia dal dicembre 1966. Qui alcuni articoli apparsi a dicembre di quell'anno

La commovente storia di un giovane ladro che, arrestato e interrogato sugli anelli che aveva rubato negli hotel, confessò di averli donati ai beats
A dicembre 1966, poche settimane dopo la sua fondazione, Mondo Beat aveva già trasformato la società italiana. (Foto e articoli da vari quotidiani)

Con l'apertura della tendopoli Barbonia City, sarebbe aumentato il numero dei giovani che sarebbero fuggiti da casa per venire a Mondo Beat. Nella Tendopoli chiunque poteva montare una tenda, o dormire in un sacco a pelo nell'erba, senza pagare né doversi identificare, ove si fosse conformato alle 3 regole di Mondo Beat: niente violenze, niente furti, niente droghe. E allora centinaia di giovani di ogni parte d'Italia, di tutte le classi sociali, sarebbero venuti a Barbonia City. Numerosissime le ragazze. E pure giovani di tanti paesi europei, i più numerosi i francesi. E giovani viaggiatori statunitensi, canadesi, australiani, sarebbero venuti a piantare le loro tende a Barbonia City.

Foto scattata poco tempo dopo l'apertura del campeggio
Curiosi che si accalcavano a guardare di dietro la recinzione della tendopoli di Mondo Beat.
Non era gente locale, ma persone che venivano da altrove per curiosare, perché la tendopoli era situata nei campi e intorno non c'era popolazione densa, solo pochi caseggiati e alcune fabbriche. Questa foto fu scattata poco tempo dopo l'apertura del campeggio. Coi giorni, la gente che sarebbe venuta a curiosare sarebbe diventata tanta che avrebbe ingombrato il piazzale di rifornimento di benzina adiacente la tendopoli, intralciandovi la normale attività. Questo perché, anche se non tutte le famiglie avevano un figlio o una figlia che erano fuggiti di casa per unirsi ai beats, tuttavia c'era qualche caso tra i loro parenti o amici e quindi la gente comune sapeva che i giovani fuggivano di casa per partecipare a una rivoluzione esistenziale. Riguardo a questa rivoluzione, le reazioni che le persone comuni avrebbero manifestato sarebbero state originali, ognuno ne avrebbe manifestata una sua particolare, in una gamma di sentimenti che si sarebbero espressi dal rigetto assoluto all'indulgenza compiacente, ma nessuno avrebbe mostrato indifferenza verso il fenomeno della rivolta della gioventù.
Numerosi genitori sarebbero venuti in cerca dei loro figli fuggiaschi. Siccome pubblicazioni di area reazionaria avrebbero scritto menzogneramente di genitori disperati cui era stato impedito l'accesso a Barbonia City, qui di seguito gli stralci di 2 articoli che dimostrano come genitori di giovani fuggiaschi entrassero liberamente nella Tendopoli alla ricerca dei loro figli e, se li trovavano, potevano cercare di convincerli a tornare a casa.

Menzogne sarebbero state quelle di stampa reazionaria che avrebbero descritto genitori angosciati cui era impedito di accedere alla tendopoli di Mondo Beat
Una mamma ritrova il figlio tra i capelloni e il figlio ritorna a casa.

Menzogne sarebbero state quelle di stampa reazionaria che avrebbero descritto genitori angosciati cui era impedito di accedere alla tendopoli di Mondo Beat
Fino a 40 genitori venivano ogni giorno a New Barbonia a cercare i loro figli.

Come prima si era usato fare nella Cava, anche nella Tendopoli i genitori di giovani fuggiaschi sarebbero stati accolti come fossero stati essi stessi fuggiaschi. Ciò avrebbe creato situazioni simpatiche e evitato sospetti e contrapposizioni. E poiché Melchiorre Gerbino avrebbe spesso e a viva voce invogliato i giovani a viaggiare per l'Europa, perché si sprovincializzassero, i genitori avrebbero capito che a Barbonia City non avevamo bisogno di giovani fuggiaschi. E siccome le persone di riferimento, Melchiorre Gerbino, Gunilla Unger, Umberto Tiboni, Antonio Di Spagna, mai avrebbero intrattenuto relazioni sessuali coi giovani che frequentavano la Tendopoli, i genitori dei giovani fuggiaschi, lasciando la tendopoli coi loro figli, o senza, avrebbero tutti mostrato il più grande rispetto nei loro riguardi.

Barbonia City durò 42 giorni, dall'1 maggio, quando sorse, al 12 giugno, quando fu distrutta dai militari.

Le tende avrebbero dovuto essere incendiate dai servizi segreti, ma il loro piano sarebbe fallito
Il 10 giugno 1967 Barbonia City subiva un attacco militare di polizia e carabinieri. Le tende avrebbero dovuto essere incendiate dai servizi segreti, ma il loro piano sarebbe fallito.

Immagini della distruzione della Tendopoli di Mondo Beat.
Il 12 giugno 1967 Barbonia City veniva distrutta dai militari.
Per ordine della magistratura, in un terreno regolarmente affittato venivano distrutti i beni di cittadini che non avevano commesso alcun reato.

Ma i 42 giorni, in cui Barbonia City è durata, avrebbero propagato ondate di liberazione sessuale che avrebbero raggiunto gli angoli più recessi d'Italia e spazzato via regole e costumi anacronistici. Gli italiani, che fino allora erano stati sessualmente repressi, massimamente le italiane, dopo di allora sarebbero emersi tra i più sessualmente liberati al mondo, e tali sarebbero rimasti. Ma niente di niente di tutto questo nel libro di Matteo Guarnaccia

E per fare intendere come la gente comune avesse gradito la rivoluzione sessuale promossa dalla Contestazione, che era gentile, ironica, interclassista, qui una foto, pubblicata nel sesto numero della rivista Mondo Beat

La gente simpatizzava sempre di più coi contestatori. Stavano arrivando i tempi della contestazione di massa
"Portateci al campeggio ’Mondo Beat’ di Via Ripamonti kg. 50 di pasta al giorno. Aiutateci a contestarvi!" (da Mondo Beat, n. 4, pagina 9 - del 31 maggio 1967).
All’appello avrebbe risposto il quotidiano Il Giorno, che ogni giorno avrebbe fatto pervenire 50 kg di spaghetti a Barbonia City.

E niente di niente in "Beat e Mondo Beat" di Matteo Guarnaccia sulla drammaticità degli eventi della distruzione militare delle strutture di Mondo Beat, a causa dei quali si sarebbe manifestata la contestazione di massa. E difatti poche settimane dopo la distruzione di Barbonia City, alla riapertura delle scuole, i tanti studenti che avevano frequentato la Tendopoli avrebbero fatto dilagare la Contestazione negli istituti milanesi, e da lì la Contestazione sarebbe dilagata poi tra la gente comune, prima a Milano, poi in tutta Italia, poi in Francia...
La distruzione militare di Mondo Beat, che era stata avallata più o meno apertamente da tutti i partiti politici italiani, avrebbe fatto sí che i giovani si estraniassero da essi. I partiti politici, che fin lì erano stati gli assi fissi dell'orientamento intellettuale giovanile, si sarebbero svuotati dei giovani e quei pochi che vi sarebbero rimasti li avrebbero contestati dall'interno. Ciò avrebbe causato un terremoto nella politica italiana, perché alcuni partiti sarebbero scomparsi, altri avrebbero dovuto essere riorganizzati, altri sarebbero stati creati. Tutti i partiti nei loro programmi avrebbero messo in grande rilievo i temi promossi dalla Contestazione. Detto in altre parole, non si sarebbe più trattato di filosofeggiare sul rovesciare o meno il sistema delle democrazie occidentali, per sostituirlo con quello di dittature comuniste o fasciste, ma si sarebbe trattato di come impegnarsi realisticamente a migliorare la nostra stessa società, innanzitutto affermandoci diritti civili e salvaguardandoci l'ambiente.
Contemporaneamente sarebbe avvenuto un terremoto nella stampa italiana. Dei 3 quotidiani che avevano fatto una pesantissima, odiosa campagna denigratoria contro i giovani di Mondo Beat, due sarebbero falliti per mancanza di lettori, Corriere d'informazione e La Notte, mentre il Corriere della Sera avrebbe perso tanta valenza, per il disamoramento di tanti suoi lettori, che si sarebbero create le condizioni di mercato per il lancio di due nuovi quotidiani, prima Il Giornale, poi La Repubblica. Il Corriere della Sera, ch'era stato un quotidiano di riferimento internazionale, investito dalla Contestazione si sarebbe ridotto a quello che è oggi, un quotidiano di secondo rango, mentre il potentissimo Gruppo Crespi, cui appartenevano Corriere della Sera e Corriere d'informazione e svariate riviste, dopo traversie, cambi di proprietà, bancarotte, sarebbe scomparso dalla scena.

Ma se tutto ciò da Matteo Guarnaccia avrebbe potuto essere ignorato, diciamo francamente per scarsa intelligenza, c'è tuttavia qualcosa che nemmeno uno scemo di villaggio avrebbe potuto ignorare, se non per malevolenza, mi riferisco alla pagina più nobile della storia di Mondo Beat, conosciuta da tutti gli italiani dell'epoca: il salvataggio del patrimonio culturale di Firenze dopo l'alluvione del novembre 1966.
Qui io voglio ricordare questa pagina gloriosa della storia di Mondo Beat.
La mattina del 4 novembre 1966 a Milano correva voce che l’Arno aveva rotto gli argini e aveva allagato Firenze. La notizia veniva confermata dai media.
Questo tragico evento avrebbe offerto ai giovani di Mondo Beat, che erano allora circa duecento, la possibilità di accorrere al salvataggio di un patrimonio d’arte e di cultura di appartenenza universale e di sottrarsi alla caccia all’uomo che subivano a Milano da parte di polizia e carabinieri. E così i giovani di Mondo Beat sarebbero accorsi in massa a Firenze, dove sarebbero arrivati tra i primi soccorritori. Per le lunghe chiome e per la generosità con cui si sarebbero prodigati, vennero battezzati dalla stampa "angeli del fango" e alla vista delle loro foto, riprodotte da quotidiani italiani e d’Oltralpe, centinaia di altri giovani prontamente sarebbero accorsi a Firenze da tutta Italia e da più parti d’Europa.
Nell’ultimo numero della rivista Mondo Beat l’editore Giangiacomo Feltrinelli, che ne scrisse l’articolo di fondo, faceva testimonianza, spontanea e sincera, di come furono i giovani di Mondo Beat ad accorrere in soccorso di Firenze subito dopo l’alluvione del novembre 1966. Qui uno stralcio di quell'articolo e, a seguire, altri di altri quotidiani sul grande afflusso di giovani a Firenze

Stralcio dell'articolo di fondo di Giangiacomo Feltrinelli pubblicato nel n.5,pag.1,della rivista Mondo Beat
Giangiacomo Feltrinelli fa testimonianza di come furono i giovani di Mondo Beat ad accorrere in soccorso di Firenze dopo l'alluvione del novembre 1966.

Alluvione di Firenze. Seguendo l'esempio dei giovani di Mondo Beat, giovani italiani e di tante nazioni avrebbero soccorso Firenze
Alluvione di Firenze. Gli Angeli del Fango di Mondo Beat furono i primi a soccorrere Firenze.

A soccorso di Firenze,oltre a giovani europei,sarebbero accorsi anche giovani statunitensi,canadesi,australiani
Sull'esempio dei giovani di Mondo Beat, tanti giovani italiani (tra i quali Pier Luigi Bersani) e tanti giovani stranieri (tra i quali Ted Kennedy) sarebbero accorsi al salvataggio di Firenze.

Mondo Beat si fondava sull'esperienza internazionale di 3 dei suoi 4 fondatori

I fondatori del Movimento Mondo Beat, Melchiorre Gerbino, Gunilla Unger, Vittorio Di Russo, Umberto Tiboni
Melchiorre Paolo Gerbino, Gunilla Unger, Vittorio Di Russo, Umberto Tiboni, fondatori di Mondo Beat

Vittorio Di Russo (Scauri di Minturno - 12 agosto 1936), che portò la fiaccola dell'incendio da Amsterdam a Milano, era stato 10 anni on the road prima della fondazione di Mondo Beat. Parlava fluentemente italiano, francese, tedesco.

Gunilla Unger (Stoccolma - 10 marzo 1945), che fu il riferimento delle prime ragazze che aderirono a Mondo Beat, parlava fluentemente svedese, italiano, inglese, francese, tedesco e conosceva pure il latino.

Melchiorre Paolo Gerbino (Calatafimi - 30 agosto 1939), che formulò i modelli della Contestazione, era stato più di 5 anni on the road prima della fondazione di Mondo Beat. Parlava fluentemente italiano, francese, svedese, discretamente inglese e spagnolo, aveva studiato latino e greco.

Umberto Tiboni (Sesto San Giovanni - 19 febbraio 1941), che dirigeva la sede di Mondo Beat, la Cava, era l'unico dei 4 fondatori che non aveva esperienza internazionale perché non aveva ancora intrapreso viaggi, ma intendeva bene l'inglese e il francese.

Tornando al dopo-alluvione di Firenze, c'è da considerare che in quelle settimane in cui i giovani di Mondo Beat vi si impegnarono, essi fraternizzarono con giovani europei, americani, australiani, che sul loro esempio vi erano pure accorsi. E perciò non pochi di quei giovani stranieri sarebbero poi venuti a Milano a Mondo Beat e vi si sarebbero trovati a loro agio, proprio per la formazione cosmopolita dei suoi leaders, e non pochi di quei giovani stranieri avrebbero partecipato alla storia del Movimento. Qui un articolo che testimonia come nella Manifestazione di Contestazione del Sistema, del 7 marzo 1967, oltre a beats provenienti da tutta Italia, ci fossero pure francesi, tedeschi e inglesi.

Guido Boursier s'era reso conto del vento storico che stava soffiando da Mondo Beat
Agli indigeni si sono aggiunti "beat" capitati a Milano da tutte le parti d'Italia - romani, bolognesi, torinesi, meridionali, sardi - e anche francesi, tedeschi e inglesi.

Si consideri pure che a dicembre del 1966 Onda Verde si era fusa con Mondo Beat. Vero è che Onda Verde non aveva consistenza numerica (saranno stati al massimo una ventina) ma tra di loro c'erano giovani di grande valenza intellettuale, Antonio Pilati, Gianfranco Sanguinetti, Marco Maria Sigiani, i cui articoli, pubblicati nella rivista Mondo Beat, avrebbero fatto soffiare il vento della controinformazione e la rivista Mondo Beat sarebbe diventata popolarissima nella scuole milanesi

Marco Maria Sigiani and Andrea Valcarenghi in foto d'epoca, Gianfranco Sanguinetti e Antonio Pilati in foto posteriori
Marco Maria Sigiani, Gianfranco Sanguinetti, Andrea Valcarenghi, Antonio Pilati, fondatori di Onda Verde.

Infine c'è da considerare che alla fusione, oltre Onda Verde e Mondo Beat, avevano voluto partecipare anche i provos della sezione anarchica Sacco e Vanzetti, che avevano come riferimento Giuseppe Pinelli e Pinky Gallieri, e che da quando questa fusione avvenne (15 dicembre 1966) a Milano ci fu un solo movimento unitario, che sarebbe diventato il faro della rivolta giovanile in Italia, e poi in Europa, il Movimento Provo olandese essendo ormai esausto

I provos della Sacco e Vanzetti erano giovani studenti milanesi delle secondarie
I provos della sezione anarchica "Sacco e Vanzetti".

Nata da siffatto movimento, la Contestazione, che è "azione nonviolenta di massa per l'affermazione dei diritti civili e per la salvaguardia dell'ambiente nell'era nucleare" si sarebbe rivelata un modello attivo nell'era della globalizzazione.
La Contestazione avrebbe dilagato in Italia per anni, a tal punto che la reazione, per contenere le masse, avrebbe dovuto ricorrere all'esplosione di bombe nelle banche, sui treni, nelle stazioni ferroviarie, nelle piazze gremite di gente.
Il Vaticano sarebbe stato investito e destabilizzato dalla Contestazione, e ci si può rendere conto fino a che punto se si considera che una femminista sarebbe entrata nella Basilica di San Pietro inalberando il cartello "L'utero è mio e lo gestisco io".
La Contestazione avrebbe dilagato in Francia, dove avrebbe messo in fuga l'inquinatore nucleare Charles de Gaulle: famoso il cartello del Maggio Francese "La fantaisie au pouvoir!". Dopo di che la Contestazione si sarebbe manifestata in diverse nazioni del mondo, più di recente nel mondo islamico ed è evidente come le sue motivazioni facciano ormai parte della coscienza universale comune.
Il merito della formulazione e della messa a punto dei modelli della Contestazione non può essere attribuito al solo Movimento Mondo Beat, il quale, essendo stato più giovane del Free Speech Movement e del Provo Movement, alle sue origini trasse ispirazione da essi. Ed è stato grazie alla dote che ricevette da questi due movimenti che il Movimento Mondo Beat sarebbe stato in grado di arrivare fino ai cantieri del Villaggio Globale, che stava sorgendo, e innervarci i suoi modelli. Ricordiamo dunque che prima che si formasse il Movimento Mondo Beat, l'americano Free Speech Movement con i modelli della protesta e l'olandese Provo Movement, coi modelli della provocazione, avevano già sensibilizzato le categorie dei giovani e degli intellettuali ai temi dell'affermazione dei diritti umani universali e della salvaguardia dell'ambiente. Ma, per i corsi e i ricorsi della Storia, doveva toccare a un movimento italiano di sensibilizzare e attivare le masse. E difatti la Contestazione sarebbe nata e si sarebbe affermata a Milano laddove prima era nato e s'era affermato il Fascismo, e difatti la Contestazione è l'antidoto al Fascismo e a ogni sorta di potere razzista e dittatoriale.

Bernhard de Vries e Mario Savio: originalità di pensiero e azione
Bernhard de Vries, Movimento Provo (Provo Beweging) - Mario Savio, Free Speech Movement

Ora, tornando a Matteo Guarnaccia, dopo che Melchiorre Gerbino ebbe pubblicata in Internet la Storia documentata di Mondo Beat (2007), l’attitudine di Matteo Guarnaccia sarebbe diventata imperdonabile perché, essendosi egli finalmente documentato, non avrebbe chiesto venia per tutto quello che fin lì aveva scritto e detto erroneamente e lacunosamente, ma si sarebbe ammantato ancor di più della veste di esperto della rivolta giovanile degli Anni 60 e ne avrebbe parlato con autorevolezza, con quella sorta di indiscutibile autorevolezza di cui si ammantano gli ignoranti. E per quanto riguarda le banalità e le lacune del suo libro "Beat e Mondo Beat", Stampa Alternativa 1969, egli avrebbe creduto che potevano essere dimenticate, o almeno mitigate, se avesse pubblicato una riedizione di quel libro, conformandosi ai dati forniti da Melchiorre Gerbino, ma ignorando lo stesso Melchiorre Gerbino, o peggio, se costretto a parlare di lui, ignorando quello che sarebbe stato essenziale dire o banalizzandolo. Così facendo, Matteo Guarnaccia avrebbe artatamente ignorato, distorto, banalizzato la storia della Contestazione, cui la storia personale di Melchiorre Gerbino è così intrinseca che l'una non può essere estrapolata dall'altra. Da lì, il passo per mettersi in combutta con degli impostori di professione sarebbe stato breve. E difatti Matteo Guarnaccia si sarebbe messo in combutta con impostori che dal Vaticano hanno avuto assegnato il compito di mistificare e banalizzare la storia di Mondo Beat. Tanto va richiedendo il Vaticano perché le generazioni italiane posteriori a quella degli Anni 60 non conoscano la vera storia di Mondo Beat, che, a conoscerla, potrebbero esserne ispirati e sollevare una nuova ondata di Contestazione, da cui il Vaticano verrebbe travolto.

Matteo Guarnaccia sulla storia di Mondo Beat e della Contestazione: una miscela di stupidaggine e malevolenza
Matteo Guarnaccia in combutta con Felice Pesoli e Gianni De Martino,
canaglia senza codice d'onore che distorce e mistifica la storia di Mondo Beat e della Contestazione..

E dunque, in conclusione, non resta che dire di Matteo Guarnaccia che egli è uno dei meno credibili tra quanti hanno trattato la storia di Mondo Beat e della Contestazione, perché ha mostrato malafede aggravata da stupidaggine.
Che sia in malafede è evidente, basta vedere con chi fa lega.
Che sia fesso è altrettanto evidente: quando l'Occidente subisce una dittatura plutocratica, quando in Occidente a ogni poliziotto è dato di uccidere impunemente col Taser, Matteo Guarnaccia china il testone pensoso a disegnare fiorellini psichedelici.



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