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della schiera pederasti inquisitori Della pedofilia

- Melchiorre Paolo Gerbino
- direttore della rivista Mondo Beat

Don Angelo,
a trattare di pedofilia, mi viene da pensare a Lei che, col Suo faccino tirato e i Suoi occhietti da cavalletta, incarna il modello dell’inquisitore pederasta. E considero pure come in Lei si manifestino venature di sadismo omosessuale, che si sono venute a creare in seminario, allorché Lei, pargolo rachitico, veniva trascurato dai precettori sodomiti, che prestavano attenzioni a seminaristi più avvenenti.
La condotta perversa della Chiesa Cattolica Apostolica Romana, chiesa concepita dall’imperatore Costantino per schiavizzare le genti (la Croce, emblema di schiavitù, ne è il simbolo) divenne ancor più perversa allorché la Riforma fece perdere alla Chiesa il controllo di mezza Cristianità. Allora, per la sua sopravvivenza, la Chiesa istituì l’Inquisizione, ai tempi del papa Giovanni Maria Ciocchi del Monte. Costui indottrinò i sacerdoti cattolici ad esercitare il Sacramento della Confessione, da lui stesso introdotto, e li deviò nella pederastia, avendo dato egli stesso l’esempio, essendosi accoppiato con un giovinetto tredicenne, cui impose poi la berretta cardinalizia. Da quegli inizi del secolo XVI a oggi, la figura del religioso cattolico si è sempre più venuta a delineare secondo i parametri fissati da Ciocchi del Monte, grazie ai quali la Chiesa ha potuto sussistere, perché, a partire dalla Confessione, la Chiesa va stendendo una rete di contropotere nelle nazioni dove la esercita, e grazie all’omosessualità dei suoi sacerdoti, che non generano prole cui dedicare risorse, la Chiesa può attendersi da essi beni materiali, indottrinati come sono i sacerdoti cattolici a scippare eredità a persone anziane cui promettono il Paradiso.
Don Angelo, in verità, Lei rappresenta la quintessenza del sacerdote modellato da Giovanni Maria Ciocchi del Monte, tant’è che quando quotidiani asserviti alla Santa Sede, quali il Corriere della Sera o La Stampa, pubblicano Sue foto, a vederle si pensa d’impatto a un inquisitore pederasta. Tanto Le faccio notare per suggerirLe maggiore discrezione nell’esporre la Sua immagine.
Venendo a me, dirò che il mio travaglio erotico originò ai tempi della mia babysitter, che in circostanze favorevoli m’intratteneva con giochi copulatori. Non Le starò a raccontare di tutte le mie fornicazioni dopo i tempi della babysitter, che, a volermene ricordare, non potrei nemmeno in stato d’ipnosi. Mi limiterò a descrivere delle attuali una, che potrebbe essere da Lei tacciata di pedofilia. Ma prima voglio confessarLe che da un anno a questa parte vado assumendo una punta di Viagra, un quarto della dose normale, per stabilizzare l’erezione. Io stesso mi chiedo se stia ricorrendo al Viagra perché ho 70 anni suonati o perché, per avere fatto talvolta all’amore con donne bellissime, non mi riesce poi sempre facile di fare all’amore con donne che tali non sono. D'altronde, bellissime o racchie, io all’amore devo fare, come Lei, Don Angelo, in San Pietro o in una cappella, deve celebrar messa.
E dunque una donnaccia sguaiata, tale Santanchè, che tempo fa aveva dichiarato "A Berlusconi non gliela do!", più recentemente ha strillato "Il Profeta Mohamed era pedofilo!", riferendosi ad Aicha, sposata dal Profeta (la pace di Allah sia su di Lui) quando quella aveva 9 anni, cioè dopo che aveva avuto la prima mestruazione. E voglio tirare in ballo pure uno dei Padri della Chiesa, Sant’Agostino, vissuto antecedentemente al Profeta, il quale, essendosi trovato ad abitare in quel di Mediolanum, attendeva che la sua promessa sposa padana, che aveva allora 10 anni, ne compisse 12 (età presumibile della sua prima mestruazione) per maritarla. È stato dunque consacrato da uomini di Dio che la donna sia da considerarsi sessualmente emancipata dopo la prima mestruazione, né ciò in alcun modo cozza con norme di diritto, quali, ad esempio, quelle dell’attuale Unione Europea, nel cui ambito la donna è riconosciuta sessualmente emancipata a 14 anni.
Qual’è dunque la questione che io sollevo, prima di descriverLe un mio amplesso che da Lei potrebbe essere tacciato di pedofilia?
La questione è che con le vostre beghe liberticide voi del Vaticano avete creato nell’ambito dell’Unione Europea, in quelle aree che controllate politicamente, perché a popolazione cattolica, tante norme ambigue, tanta disinformazione di massa, che in quelle aree non si può garantire che la donna sia di fatto sessualmente libera a 14 anni né che l’uomo che avesse a intrattenere rapporti amorosi consensuali con essa non sia considerato e trattato da pedofilo.
Ma dove voi del Vaticano avete creato situazioni ancor più sconcertanti, per mettere in opera la vostra politica di repressione sessuale, è nei paesi del Terzo Mondo, particolarmente in quelli a popolazione cattolica, come ad esempio il Madagascar, dove andate penalizzando turisti italiani e altri turisti cattolici, cittadini di serie B dell'Unione Europea, vostri soggetti (i protestanti non vi azzardate a toccarli, perché quelli vi romperebbero le ossa ancor di più di quanto non ve le abbiano già rotte al tempo della Riforma). In Madagascar (ma anche alle Filippine e altrove) vi siete assicurata la collaborazione della corrotta classe politica al potere e avete corrotto ancor più di quanto già non fosse la polizia e date la caccia a pedofili che fanno turismo sessuale, che fate arrestare con grande risalto dei media. In Madagascar voi fate mettere alla gogna Pozzi Antonio, perché colto dalla squadra antipedofili malgascia a fare all’amore con una donna che non aveva ancora compiuto 18 anni! Voi fate questo in Africa Nera, dove in certe aree le donne vengono sverginate tutte all’età di 5 o 6 anni e non certo da turisti pedofili.
Don Angelo, io non ho il potere di cambiare il mondo come d’incanto ma, facendo comunque la mia parte e dando tempo al tempo, intanto mi ci adeguo al meglio.
In questo momento mi adeguo in un’area del mondo che voi del Vaticano state a guardare dalla finestra. Sto navigando nel Lago Tanganyika, nelle acque territoriali della Tanzania. Da uno dei porti lacustri che la nave ha toccato, è salita a bordo una negretta, che penso abbia superato la decina, bella da mozzare il fiato ...e i denti negli alveoli son come mandorle acerbe....
Don Angelo, ci guardi dalla finestra.
Siamo nudi nella mia cabina, lei supina nel letto, io inginocchiato a praticarle un cunnilincto terapeutico... Perché, chiede Lei, terapeutico?... Perché la negretta, ch’era stata violata da bambina, manifestava il trauma, che aveva subito allora, ancora adesso, quando stringeva l’utero e lo torceva al momento dell'immissio penis... Ma grazie al cunnilincto terapeutico ora essa si è sciolta e io col mio membro, che intanto ha assunto proporzioni di nerchia che ricurva e tremula mi sfiora l’ombelico, senza preservativo, alla faccia Sua, mi appresto a penetrarla.

Lumumbashi, Repubblica Democratica del Congo, 31 gennaio 2010


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