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Melchiorre Gerbino a Mondo Beat detto Paolo
- Melchiorre Gerbino
- direttore della rivista Mondo Beat


Intervista rilasciata da Melchiorre Gerbino a Gianmarco Aimi
Nota. Essendo stata una intervista telefonica, durante la quale la linea è caduta diverse volte, Melchiorre Gerbino ha dovuto rivedere il testo pubblicato da Gianmarco Aimi, per renderlo più coerente alle domande che gli erano state poste e alle risposte che aveva dato e rendere l'intervista stessa più compiuta. A seguire dunque l'intervista di Gianmarco Aimi rimaneggiata da Melchiorre Gerbino.

Ecco il complottista dei complottisti: Melchiorre Gerbino.
Intervista all'inventore della "contestazione".
Adesso ce l'ha con la dittatura sanitaria.
Asserisce di avere incontrato Hitler nel '78 in Paraguay (ma ne ha le prove?!)


Melchiorre Gerbino nel 1966 avviò a Milano le proteste che anticiparono la controcultura del Sessantotto. Nel 1967 creò la Tendopoli di Mondo Beat, detta "Barbonia City", con un mega raduno di giovani, numerosissime le ragazze. Coniò il termine "contestazione" e con la rivista Mondo Beat, di cui era direttore, favorì la discussione già 50 anni fa su temi ancora attualissimi come i diritti civili, la libertà sessuale, l'attenzione all'ambiente, predicando la nonviolenza e il rifiuto della guerra. Oggi non apprezza Greta Thumberg ("non ha soluzioni alla catastrofe ecologica") e crede che si stia macchinando per stabilire un Nuovo Ordine Mondiale ("virus e vaccini sono una macchinazione"). Dice di essere scampato a diversi attentati e che nel gennaio del 1978 ha incontrato Adolf Hitler in Paraguay: "Hitler è morto nell'86 in Sudamerica e i nazisti ne hanno portato il corpo in Antartide per clonarlo".
Dialogo con un grande affabulatore che forse mischia la storia con la fantasia fino a rendere indistinguibili i due piani.

Chi scende in piazza in questi mesi per contestare, che sia contro il Green Pass, la politica o qualsiasi altro motivo, forse non sa che c'è una persona che nel lontano '67 coniò per la prima volta proprio il termine "contestazione". Si chiama Melchiorre Gerbino, classe 1939, originario di Calatafimi, all'epoca direttore di Mondo Beat, rivista grazie alla quale nacque, appunto, la contestazione giovanile che sarebbe esplosa di lì a poco. Pittore, viaggiatore instancabile e inventore della protesta dei capelloni, del mega raduno alle porte di Milano nella Tendopoli di Mondo Beat, ribattezzata dai giornali "Barbonia City", che soltanto l'irruzione di ventidue volanti della polizia prima e poi un intervento massiccio dei militari riuscì a disperdere. Ma il Sessantotto era ormai alle porte. Una stagione che ha anticipato temi che ancora scaldano le società in ogni continente, come i diritti civili, la libertà sessuale e l'attenzione all’ambiente, il tutto nell'ottica della non violenza e nel rifiuto della guerra.

Anche in seguito avrà una vita avventurosa, tanto che nel libro del 2004 "I viaggi di Mel" - scritto da Marco Philopat (Shake edizioni) - è possibile conoscere meglio il suo girovagare senza radici: "Dinamitardo della natura umana. Da leader della contestazione si trasforma in istrione, artista, erotomane paradossale, abile provocatore della comunicazione e campione di audience in molte trasmissioni televisive (al Maurizio Costanzo Show, ndr)". A 82 anni, ancora oggi è un grande affabulatore che forse mischia la storia con la fantasia fino a rendere indistinguibili i due piani. Ora si trova in Malesia, dove lo abbiamo raggiunto telefonicamente. È rimasto bloccato dopo la pandemia arrivando dall'Indonesia e per ora ha deciso di rimanerci. Intanto, ha accettato di ripercorrere con noi alcune tappe della sua esistenza ribelle, da quando nel 1961 partì per la Svezia per inseguire la bellezza femminile, al ritorno in Italia, dopo avere vissuto 5 anni on the road in diverse parti d'Europa, e la fondazione del movimento in cui fu formulato il termine "contestazione", in risposta ai fogli di via che la Questura di Milano "contestava" ai giovani di Mondo Beat per allontanarli dalla città. E ancora il suo giudizio impietoso su Greta Thumberg ("un prodotto del potere"), sulla politica ("l’Occidente subisce una dittatura plutocratica e a ogni poliziotto è dato di uccidere impunemente col Taser"), fino a un incontro nel 1978 con Adolf Hitler. Difficile credergli, ma lui sostiene che Hitler non è morto nel 1945 a Berlino, ma nel 1986 in Sudamerica.

(Intervista)

Gerbino, cosa ci fa in Malesia?

Sono rimasto bloccato in Malesia a causa della pandemia. Venivo dall’Indonesia nel febbraio del 2020. Qui ora sto lavorando a migliorare il testo della storia di Mondo Beat nella versione inglese, pubblicata nel mio sito internet, dove è pubblicata anche la versione in italiano, le due documentate e illustrate con rigorosa ricostruzione cronologica.

È vero che lei ha inventato il termine "contestazione"?
I termini "contestare", "contestazione", "contestatario" li ho formulati a Mondo Beat. Ai nostri giovani le varie questure d'Italia ingiungevano diffide e fogli di via, per allontanarli dalle rispettive città. In questi documenti era scritto a caratteri cubitali "SI CONTESTA", seguito dai termini dell'ingiunzione. E questo "SI CONTESTA" ci ossessionava. E così a me è venuto spontaneo parafrasare la terminologia burocratica delle questure e alla vecchia signora col cagnolino che mi chiese "Ma voi perché protestate?" - io risposi: "No, signora, noi non protestiamo, noi contestiamo!". Da lì il passo sarebbe stato breve a concepire lo slogan "L'inserito protesta, il beat contesta" e questo slogan avrebbe avuto enorme successo, perché la gente avrebbe finalmente capito che stavamo facendo qualcosa di più radicale del protestare. La terminologia della contestazione, oltre a essersi diffusa in italiano, si sarebbe diffusa poi in francese e poi in tutte le lingue del mondo. Altri due neologismi formulati da me a Mondo Beat sono stati "strumentalizzare" e "strumentalizzazione" e anch'essi si sarebbero diffusi in tante lingue. In verità la ideologia, metodologia, terminologia della Contestazione, trasmettono nel mondo la vera cultura italiana del nostro tempo.

Cos'era Mondo Beat, oltre a una rivista per giovani degli anni '60?
Mondo Beat era inteso a promuovere l'azione nonviolenta di massa per l'affermazione dei diritti civili e la salvaguardia dell'ambiente. I movimenti come l'americano Free Speech Movement e l'olandese Provo Beweging, contemporanei di Mondo Beat, non erano riusciti a mobilitare le masse, ma solo giovani e intellettuali dissidenti. Noi fummo i primi a riuscirci. E in Italia fu tale la portata di massa della Contestazione che il potere, per scioccare la massa e arginarla, dovette ricorrere alle bombe. Ovviamente hanno incolpato il fascista o l'anarchico di turno, ma le bombe le hanno messe i servizi segreti.

Eravate anarchici?
Certo, infatti non abbiamo mai cercato di conseguire il potere, ma abbiamo messo in crisi quello costituito perché si adeguasse a una nuova realtà, quella dell'Era Atomica, in cui l'umanità era entrata. E abbiamo fatto anche dell'altro, di maniera costruttiva.

Per esempio?
Abbiamo salvato a Firenze, dopo l'alluvione del novembre del '66, un patrimonio di cultura e d'arte di appartenenza universale. Siamo stati noi di Mondo Beat ad accorrere per primi e l'espressione "angeli del fango" era riferita a noi. I governi italiani che si sono susseguiti da allora a oggi non lo hanno mai riconosciuto, condizionati come sono stati dal Vaticano, ma lo sapevano tutti gli italiani dell'epoca che eravamo stati noi di Mondo Beat ad accorrere per primi a Firenze e che sul nostro esempio vi erano accorsi tanti altri giovani italiani e di tante altre nazioni. E sarebbe stato proprio nel fango di Firenze che Mondo Beat sarebbe diventato un movimento di cittadini del mondo, perché tanti giovani stranieri avrebbero fraternizzato con noi e sarebbero poi venuti a Milano. E per questo siamo stati la coscienza giovanile più avanzata del tempo.

Sull'attenzione all'ambiente avete anticipato Greta Thumberg di più di 50 anni.
Greta Thumberg è solo una ragazzotta ignorante che ricorre a slogan obsoleti e non propone nulla di concreto per evitare la catastrofe cui andiamo incontro, che di fatto è inevitabile. I ghiacciai si stanno sciogliendo e il livello dei mari aumenterà di alcuni metri e le città rivierasche saranno allagate. Gli uragani e i cicloni saranno catastrofici e Greta Thumberg propone di scioperare. Chi sa che intrallazzi si prepara a compiere Soros, che l'ha promossa e la gestisce. La catastrofe è inevitabile perché il surriscaldamento della Terra è dovuto all'attavità del Sole per il 95% e solo per il 5% a quella dell'uomo.

Tornando a Mondo Beat, come mai ce l'avevano tanto con voi?
Perché la Contestazione ignorava la lotta di classe e faceva decadere le ideologie politiche, il figlio dell'operaio a quello dell'industriale muovendo fianco a fianco ad affermare i diritti civili. Ma chi ce l'aveva veramente a morte con noi era il Vaticano, che temeva la rivoluzione sessuale che noi innescavamo. Perciò al governo Moro di dietro le quinte fu chiesto di distruggere le strutture di Mondo Beat, quando la rivista Mondo Beat era registrata alla Camera di commercio, all'Ordine dei giornalisti e autorizzata dal Tribunale di Milano, il terreno della Tendopoli era regolarmente affittato con tanto di contratto e così lo era la nostra sede, la "Cava". Si sono spinti fino al punto di agire contro la proprietà privata per paura della rivoluzione sessuale. D'altronde il panico del Vaticano era comprensibile, perché in Mondo Beat affluivano ragazzi e ragazze di tutte le classi sociali e le donne italiane dai tempi di Mondo Beat avrebbero iniziato un processo di emancipazione che le avrebbe rese tra le donne più liberate del mondo. Per la Chiesa la rivoluzione sessuale che abbiamo innescato è stato l'evento più traumatico dopo la Riforma. Il potere della Chiesa si era sempre basato sul controllo sessuale dei suoi soggetti e a causa della rivoluzione sessuale questo controllo le sarebbe venuto a mancare. E difatti, se con grande stupore, negli anni '60 una femminista sarebbe entrata in San Pietro con il cartello "L'utero è mio e lo gestisco io", questo cartello oggi mostrano tutte le donne cattoliche del mondo, a gambe accavallate, quando non le divaricano alle Sharon Stone. Hanno tentato di terrorizzare le donne con lo spauracchio dell'AIDS e tentano oggi di isolarle con lo spauracchio del Covid-19, ma stanno raschiando il fondo del barile. Il Vaticano è in coma. Per quanto gesuiti premurosi e specialisti giudei possano stargli al capezzale, è coma irreversibile.

Lei ha anche raccontato di essere scampato a diversi attentati. Un attentato che ricorda tra gli altri?
Poco dopo i tempi di Mondo Beat io ero andato in Marocco per scrivere un libro e lì mi avrebbero intrappolato i servizi segreti italiani in combine con quelli americani e marocchini e avrebbero tentato di uccidermi.

In che modo, scusi?
Con una overdose di morfina, me che non mi ero mai bucato. Così avevano programmato, per poi pubblicare nei giornali articoli tipo: "Avete visto com'è morto quel drogato del direttore di Mondo Beat?! Di una overdose di morfina!” (E così hanno eliminato Jimi Hendrix e tanti altri).
Poi, nel tempo, avrebbero tentato di uccidermi tante altre volte, tante che non riesco a ricordarle tutte. Spesso hanno provato col Taser (la pistola elettrica, ndr). Forse le sembreranno descrizioni esagerate, però è tutto vero.

Qualche anno fa lei ci ha riprovato con un altro movimento, stavolta appunto contro il Vaticano, che prese il nome di Vafusex, ma non ha avuto molto seguito.
Si sbaglia, il Vafusex sta avendo successo mondiale. È un movimento telepatico, che di scritto ha solo il manifesto, tradotto in tante lingue. I partecipanti, che tra di loro non si conoscono, si prefiggono di distruggere le strutture del Vaticano disseminate nel mondo, ritenendole luoghi di pratiche e congiure sataniche contro l'umanità, e di distruggere particolarmente le chiese, facendo però salva la vita degli infelici religiosi che vi sono intrappolati di maniera orwelliana. Dai tempi della fondazione del Vafusex (2006), migliaia di chiese sono state incendiate nel mondo, fenomeno che prima non si era verificato, e tra queste, cattedrali famose e famose chiese coloniali, né si è mai saputo da chi, proprio perché il Vafusex, essendo un movimento telepatico, non lascia tracce, e chi dunque potrà mai scoprire che la tal chiesa è stata discretamente incendiata da un attempato ragioniere che lavora in banca? La stessa Basilica di San Pietro corre il rischio di essere distrutta. Ove ciò avvenisse a me dispiacerebbe, perché preferirei che fosse adibita a discoteca e denominata "Linda", in memoria di Linda Lovelace. Ma i maggiorenti satanici del Vaticano avranno avuto tanto fair play? O fissati come sono con l'Apocalisse di Giovanni finiranno per farla distruggere?

Rispetto al passato, la politica le sembra più attenta ai diritti civili?
No, al contrario, le decisioni politiche sono sempre di meno prese dalla gente comune. Il mondo occidentale sta subendo una dittatura plutocratica. A ogni poliziotto è dato di uccidere impunemente col Taser. La gente viene forzata a farsi iniettare vaccini alcuni dei quali si sospetta siano stati messi a punto per eliminare una buona parte della popolazione mondiale nell'arco di un decennio.

È contrario alla vaccinazione anti-Covid?
Ma certo, non capisco questa forzatura a vaccinare la gente con dei farmaci che non sono stati sperimentati e che non sono efficaci contro un virus che si sospetta sia stato creato in laboratorio. Mi sembra tutta una macchinazione per implementare il Nuovo Ordine Mondiale. Prevedo l'eliminazione di miliardi di esseri umani in coincidenza con la catastrofe ecologica. Spero di sbagliarmi.

Quindi, se fosse in Italia lei sarebbe nei cortei contro il Green Pass?
Diciamo che non hanno bisogno di me, vedo tanta gente che sta contestando giustamente. Io con la Contestazione ho fatto la mia parte. La costante della mia vita era stata prima, e sarebbe stata dopo, i viaggi per il mondo. L'ho girato in lungo e in largo, raggiungendo i luoghi più remoti, l'Isola di Pasqua e l'Atollo di Tarawa. Negli anni '60, mentre ero in viaggio con la mia compagna svedese Gunilla Unger, avrei dovuto fermarmi a Milano quattro ore, il tempo di una coincidenza con un treno per Parigi. In quelle 4 ore facemmo un giro per la città, che ci piacque tanto che avremmo rinunciato al treno e saremmo restati a Milano due anni, e allora sarebbe stato fondato il Movimento Mondo Beat.

Tanti suoi aneddoti sono presenti nel libro "I viaggi di Mel". Ma c'è qualcosa di interessante che non ha mai raccontato e che potrebbe ora dire?
Nel gennaio del 1978 ho incontrato Adolf Hitler a Asunción, la capitale del Paraguay.

Non se la prenda se stento a crederle…
Hitler non è morto nel 1945 a Berlino ma in Sudamerica quando aveva 96 anni. Nel 1945 Stalin, poco tempo dopo che i russi erano entrati a Berlino, dichiarò che quasi certamente Hitler si nascondeva in Argentina. E difatti Hitler aveva lasciato Berlino con cinque aerei e aveva raggiunto la Spagna di Franco e da lì, viaggiando in un sommergibile, con un altro che gli faceva da scorta, sarebbe arrivato in Argentina, dove sarebbe stato accolto da Peron. Inoltre, anni fa, l'agenzia di stato russa, quindi sotto il controllo di Putin, ha reso noto che dopo la morte, avvenuta nel 1986 in Sudamerica, i nazisti hanno portato il corpo di Hitler in Antartide (dove l'Argentina ha un territorio) per compierne la clonazione. Quanto dichiarato sia da Stalin che da Putin non è coperto da segreto di stato e pertanto è facilmente verificabile.

E lei lo avrebbe incontrato ad Asunciòn in quale contesto?
Hitler ha voluto conoscermi, per curiosità di me come personaggio e per accertarsi di cosa io stessi facendo da quelle parti. Io, a gennaio del 78, arrivavo a Asunción da New York, avendo viaggiato nelle Americhe 15 mesi. Ero ad Asunción da meno di 24 ore, quando di mattino, intorno alle 11, mentre sedevo a un tavolo all'aperto del bar più centrale della città, uno di quei tavoli intorno a cui possono sedere comodamente quattro persone, al mio tavolo, dove ero da solo, venne a sedersi quello che poi, molti anni dopo, avrei capito essere Adolf Hitler. Siccome dopo i tempi di Mondo Beat sarebbe avvenuto immancabilmente che io fossi "intervistato" da funzionari dei servizi segreti dei vari paesi in cui andavo viaggiando (che intendevano rendersi conto di cosa stessi facendo nel loro paese) io pensai che quel signore fosse un funzionario paraguaiano e alle sue domande in inglese cominciai a rispondere in spagnolo, ma siccome quegli mostrava preferire parlare in inglese, finimmo per dialogare in quella lingua. Dato che era evidente che mi si stesse sottoponendo a un interrogatorio, anche se un interrogatorio condotto con molto garbo, io non sarei stato molto loquace nel rispondere, ma comunque veritiero, non avendo nulla da nascondere. Tra le tante domande, a una: "What are you?" ("Quale è la sua attività?") io avrei risposto: "Sono pittore" e Hitler, con una espressione alquanto divertita e in qualche modo affettuosa, avrebbe detto: "Anch'io".

Non poteva essere una persona che semplicemente gli somigliava?
No. Durante quell'incontro io non avrei mai potuto rendermi conto che era Hitler, perché ero stato indottrinato a credere che Hitler era morto nel 1945 a Berlino. Ma molti anni dopo quell'incontro, mi sarei reso conto che era lui, quando avrei letto della sua fuga in Sudamerica e particolarmente della dichiarazione dell'agenzia di stato russa sulla di lui morte.
Volendo descrivere ora alcuni dettagli del mio incontro con Hitler, siccome il sole s'era fatto molto forte mentre sedevamo a quel tavolo all'aperto, io chiesi a Hitler se non fosse il caso che ci sedessimo a un tavolo all'interno del bar, e lui mi accennò di sì con un cenno del capo. Entrammo dunque all'interno del bar e io mi sedetti a un tavolo, ma Hitler rimase in piedi, come se stesse per andar via. Io gli chiesi se potevo offrirgli un caffè o qualcos'altro (durante l'incontro non aveva consumato nulla) e lui mi rispose di no con un cenno brusco del capo. Infine Hitler mi disse: "Domani vada a visitare il quartiere tedesco di Asunción" - Io gli chiesi: "È interessante?" - e lui mi rispose: "Sì", dopo di che se ne andò. Il nostro incontro durò tra 45 minuti e un'ora. Non ci fu stretta di mano tra di noi né alcun contatto fisico di sorta. Il giorno dopo sarei andato a visitare il quartiere tedesco di Asunción e nella serata sarei partito in autobus in direzione delle Cascate dell'Iguazú.

Fisicamente che aspetto aveva?
Sembrava avesse 75 anni, ma ne aveva 88! Era come lo si vede nei video d'epoca, ma con i capelli un po' tinti di nero e i baffi che non si notavano particolarmente. Incuteva l'attenzione che si deve a un grande personaggio.

Insomma, tutto sommato un incontro piacevole…
Io non ho mai avuto simpatie politiche per Hitler, però mi sento onorato del fatto che egli abbia voluto conoscermi. Di Hitler ammiro le capacità che ha mostrato. Da cancelliere ha saputo fare uscire la Germania da una grave crisi economica, dovuta alla sconfitta della prima Guerra Mondiale e dalla Seconda, nonostante abbia perso, ha saputo uscire mantenendo un grande prestigio personale (era lui che orientava la politica in Sudamerica, protetto dagli USA con cui si era alleato in funzione anti sovietica e protetto da Peron e da Stroessner, e c'è da presumere che mantenesse contatti con Franco, Salazar...). Certo una grande differenza rispetto a Mussolini, che aveva vissuto la politica alla giornata e si sarebbe fatto ammazzare da Churchill, come un povero pirla.


Nota 1
Ora, a conclusione, il file della stessa intervista, come pubblicata da Gianmarco Aimi. Essendo stata una intervista telefonica, durante la quale la linea peraltro sarebbe caduta diverse volte, non mi sarebbe stato dato infine di approvarne il testo scritto, che sarebbe stato invece pubblicato in fretta e furia alla carlona, e dunque io dissento alquanto da questo testo.

Nota 2
A seguito della Nota 1, da me sopra pubblicata, Gianmarco Aimi ha rivisto il testo da lui originariamente pubblicato e lo ha conformato al mio (e di ciò lo ringrazio), ma non lo ha conformato del tutto, perché mi fa dichiarare che ci sarà la distruzione della Basilica di San Pietro, quando io ho invece detto che mi dispiacerebbe se ciò avvenisse, perché preferirei che fosse trasformata in discoteca e denominata "Linda" in memoria di Linda Lovelace.