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- Melchiorre Paolo Gerbino
- direttore della rivista Mondo Beat


Il fascista Mario Capanna

I comunisti, che avevano creduto che la Contestazione si sarebbe esaurita con la distruzione militare delle strutture di Mondo Beat, l’avrebbero invece vista dilagare tra la massa e siccome sarebbe stato impossibile arginarla, perché era rivoluzione di popolo, avrebbero cercato di farla defluire per il possibile nel qualunquismo e allo scopo avrebbero ingaggiato, tra gli altri, un fascista, Mario Capanna.
Che Mario Capanna sia stato fascista del FUAN di Perugia, fu confidato a Melchiorre Gerbino da Mario Silla Baglioni, allora sindaco di Perugia, egli stesso avendo appartenuto al FUAN ed essendo stato intimo di Capanna. Baglioni era poi passato ai socialisti di Craxi, nelle cui liste era stato eletto sindaco; Capanna sarebbe passato al servizio dei comunisti.
I fascisti non svergognarono Capanna perché questi, facendo defluire la Contestazione nel qualunquismo, avrebbe fatto un lavoro di cui anche loro si sarebbero avvantaggiati.
E dunque i comunisti avrebbero messo Capanna in prima fila nelle sceneggiate per le quali sarebbe diventato famoso. Nella più famosa di queste sceneggiate qualunquiste Mario Capanna avrebbe lanciato vernice rossa contro le donne dell’alta borghesia milanese in occasione dell’inaugurazione di una stagione lirica alla Scala, salvo poi essersi prostituito a una di esse, una stronza, ma danarosa, Giulia Maria Crespi.
Si suole sentire a volte, dalla gente più disparata e per i motivi più disparati, la frase "Mi vergogno di essere italiano".
Sì, io mi vergogno di essere italiano, se penso a Mario Capanna.

Mario Capanna e Mehemet Ali Ağca, fascisti traditori passati al servizio dei sovietici

Mario Capanna, fascista del FUAN di Perugia, passato al servizio dei sovietici.
Mario Capanna e Mehemet Ali Ağca, fascisti traditori passati al servizio dei sovietici.


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