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- Melchiorre Paolo Gerbino
- direttore della rivista Mondo Beat
- leader storico della Contestazione

La cultura della Contestazione

Da metà febbraio del 1967 il Movimento Mondo Beat veniva attaccato dalle questure delle varie città dove si era propagato, Milano, Torino, Genova, Padova, Trento, Bologna, Firenze, Roma... L’ordine alle questure era stato impartito dal Governo Moro e a Aldo Moro dal Vaticano, dove erano terrorizzati a causa della rivoluzione sessuale che Mondo Beat innescava tra i giovani.
Le questure dunque ingiungevano diffida dal soggiornare nelle rispettive città ai beats che non vi erano residenti. A ognuno dei diffidati sarebbe stato ingiunto un documento in cui campeggiava la dicitura "SI CONTESTA", seguita dai termini dell'ingiunzione. I pretori avrebbero condannato a un mese di carcere quanti non avessero ottemperato alla diffida.
A conseguenza di ciò avrebbero lasciato la sede di Mondo Beat, la Cava, i diffidati da permanere in Milano, mentre sarebbero affluiti alla Cava i diffidati da altre città.
Mentre a Mondo Beat ci si era venuti a trovare in questa situazione, nel pianterreno della Cava ci sarebbe stata una fila interminabile di curiosi e la domanda che ognuno di loro avrebbe posto sarebbe stata: "Ma voi perché protestate?"
Non potendo mandare la gente al diavolo, né stare a spiegare a ognuno cosa stessimo facendo, nella disperazione dell'incomunicabilità a Gerbino a un certo punto venne di parafrasare la terminologia burocratica del SI CONTESTA e alla vecchia signora col cagnolino che gli chiese -"Ma voi perché protestate?" - Gerbino rispose-"No, signora, noi non protestiamo, noi contestiamo."
E al droghiere della strada accanto, che seguiva nella fila, che gli avrebbe chiesto -"Ma voi perché protestate?" - Gerbino rispose - "Lei è quello che protesta, per le tasse. Il beat contesta, perché non si piega al lavoro salariato, ripudia la scuola, si libera dei tentacoli soffocanti della famiglia."
Da lì lo slogan "L'inserito protesta - il beat contesta". Questo slogan avrebbe avuto grande esito, perché la gente avrebbe finalmente capito che a Mondo Beat stavamo facendo qualcosa di più radicale del protestare. Da lì la formulazione della terminologia della Contestazione.

Qui un quadro della terminologia della Contestazione

I termini della Contestazione formulati da Melchiorre Gerbino a Mondo Beat
Grand Hotel del 6 maggio 1967 pagina 16 e pagina 17
"Mondo Beat N.4" del 31 maggio 1967 paginone di prima e ultima di copertina.

Il quotidiano Il Giorno fu ricettivo e inviò ogni giorno 50 kg di spaghetti al campeggio di Mondo Beat
Nello stesso N. 4 di Mondo Beat, alle pagine 8-9 questa foto e la didascalia:
Portateci al campeggio "Mondo Beat" di Via Ripamonti kg 50 di pasta al giorno.
Aiutateci a contestarvi!

Prima di queste pubblicazioni nessuno troverà, in nessun testo in italiano o in qualsiasi altra lingua, i termini "contestare" e "contestazione" usati in questa nuova accezione, né i neologismi "contestatore" e "contestatario".

Per quanto concerne i termini "strumentizzare", "strumentalizzare", "strumentalizzazione", che Melchiorre Gerbino aveva creduto di avere egli formulato per primo, si deve correggere, perché prima di lui Immanuel Kant aveva formulato il termine "instrumentalisierung". E però il termine non si era diffuso dal tedesco ad altre lingue. È stato con il propagarsi della Contestazione che i termini "strumentalizzare" e "strumentalizzazione", accidentalmente riformulati da Melchiorre Gerbino a Mondo Beat, si sarebbero diffusi prima in italiano, poi in altre lingue (francese "instrumentaliser" e "instrumentalisation"; inglese "strumentalize" e "instrumentalization"; spagnolo "instrumentalizar" e "instrumentalizaciòn"...).

Per altro verso, benché la cultura della Contestazione rappresenti e trasmetta la vera cultura italiana del nostro tempo, dappertutto nel mondo, più recentemente nel mondo islamico, in quella cacca fossile dell'Enciclopedia Treccani non si trova alcun riferimento serio ad essa, né tantomeno se ne occupano gli attuali accademici della Crusca, i quali, presi uno a uno, sono ognuno di loro una sorta di servo strisciante, e tutti assieme un riflusso di stronzi ampollosi. Treccani e Accademici badano bene a non causare disturbi di stomaco ai monsignori del Vaticano, che a sentire di Melchiorre Gerbino e di Contestazione rivedono quella femminista che entrò in San Pietro col cartello "L'utero è mio e lo gestisco io".


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