Pier Paolo Pasolini un venduto. Si guadagnò la prima pagina del Corriere della Sera quando scrisse una poesia con cui si metteva contro la Contestazione, si metteva cioè dalla parte dei carabinieri che picchiavano i giovani libertari che si battevano per affermare i diritti civili in Italia.
Un idiota. Portato in auge dal sistema, concepì e diresse il film "Teorema", con cui, ad avere la pazienza di vederlo, si ha la misura della pochezza intellettuale di Pasolini, uno che non capiva cosa stesse succedendo nella Storia e aveva la pretesa di volerlo spiegare agli altri.
Un losco. Adescava ragazzi di strada per farsi sodomizzare e non li pagava a dovere, tanto che uno di loro lo avrebbe ucciso.
Dopo morto, viene costantemente portato alla ribalta dalla ramificata propaganda vaticana che, facendo leva sul pietismo che provoca un morto ammazzato, lascia sottilmente intendere come se Pasolini sia morto a causa di suoi ideali, e non perché non pagava a dovere chi lo sodomizzava.
Questo il ritratto di Pier Paolo Pasolini, uno dei rifiuti più fetenti del letamaio italiano.
E sua madre peggio di lui. Mentre si atteggiava a personaggio da tragedia greca, nel quartiere San Lorenzo di Roma incettava pellicce rubate e le riciclava.
