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della gioventù francese di Mondo Bea.t
Albert Villy Augerau e Monique Charvet
della gioventù francese di Mondo Beat.

I giovani francesi del Movimento Mondo Beat, che erano numerosi, e i tanti italiani che viaggiavano assieme a loro, avrebbero fatto propagare la Contestazione dall'Italia alla Francia. Mentre nel maggio del '68 a Parigi la Contestazione stava per manifestarsi contro l'inquinatore nucleare generale Charles de Gaulle, gli anarchici milanesi avrebbero fatto entrare clandestinamente in Francia la dinamite che fin lì avevano tenuta nascosta in Italia e assieme agli anarchici francesi l'avrebbero fatta esplodere con grandi boati in alcuni campi del circondario di Parigi. Il Maggio Francese avrebbe avuto inizio così (come confidato da Giuseppe Pinelli a Melchiorre Gerbino quando a Milano, nell'agosto del 1968, essi si sarebbero incontrati l'ultima volta.)

Scioglimento del Movimento Mondo Beat.
Nel primo pomeriggio del 15 giugno 1967, Melchiorre Gerbino sciolse Mondo Beat alla Crota Piemunteisa, la stessa taverna dove il Movimento era stato fondato 8 mesi prima. Lo scioglimento era già stato deciso il 12, quando Barbonia City era stata distrutta dai militari e la Cava era stata requisita dai servizi segreti, ma per annunciarlo si sarebbe atteso fino al 15, per avere 3 giorni di più di tempo per mettere in opera il bluff del Raduno di tutti i Beats e Provos d'Italia.
Melchiorre Gerbino avrebbe preso da solo la decisione di sciogliere Mondo Beat, poiché degli altri due fondatori del Movimento uno si era ritirato da tempo dalla scena, Vittorio Di Russo, e l’altro, Umberto Tiboni, era in carcere. Né Melchiorre Gerbino avrebbe potuto prendere altra decisione, perché al Movimento erano rimaste due sole opzioni: lo scioglimento o la lotta armata.
La cerimonia dello scioglimento si sarebbe svolta alla presenza di scrittori e pubblicisti convenuti alla Crota Piemunteisa per l'evento. Essi erano arrivati in compagnia di Valerio Fantinel, uno scrittore amico di Melchiorre Gerbino, che gli era stato vicino nei 3 giorni successivi alla distruzione di Barbonia City. Valerio Fantinel era venuto con quegli intellettuali per aiutare la redazione di Mondo Beat a pubblicare altri numeri della rivista, ma Melchiorre Gerbino si sarebbe mostrato contrario all'idea di pubblicare numeri di Mondo Beat dopo lo scioglimento del Movimento, perché la rivista non avrebbe avuto più valenza. E però tutti i convenuti avrebbero insistito per la pubblicazione di almeno un ultimo numero, per lasciare memoria della distruzione di Mondo Beat. Né tantomeno di questo Melchiorre Gerbino avrebbe visto la necessità, dato che giornali e riviste scrivevano della distruzione di Mondo Beat, in Italia e all'estero. Dal suo punto di vista meglio tacere, che lamentarsi, in attesa che la contestazione studentesca fose esplosa alla riapertura delle scuole a ottobre. Ma tutti quegli intellettuali avrebbero insistito e infine Melchiorre Gerbino avrebbe ceduto alle loro insistenze, ma a marcare il suo dissenso avrebbe dichiarato che non si sarebbe preso cura della preparazione di questo ultimo numero, quando aveva ideato e preparato tutti i precedenti.
Poiché l'editore Giangiacomo Feltrinelli, con cui Melchiorre Gerbino si era incontrato lo stesso giorno della distruzione di Barbonia City, aveva espresso la sua disponibilità a stampare numeri di Mondo Beat e distribuirli nella catena delle sue librerie, Melchiorre Gerbino avrebbe chiesto a quegli intellettuali di portare essi stessi i loro scritti in una tipografia che Feltrinelli avrebbe messo a disposizione e adoperarsi essi stessi alla preparazione di questo numero.
Questo ultimo numero della rivista Mondo Beat sarebbe apparso a fine luglio 1967 e avrebbe avuto una veste editoriale così lugubre che lo stesso gesuita Bartolomeo Sorge, che curava la rivista Civiltà Cattolica, l'avrebbe concepita più vivace. Quasi tutti gli articoli sarebbero consistiti di pagine e pagine di protesta perché le strutture di Mondo Beat erano state distrutte e la Costituzione italiana era stata tradita, ma non ci sarebbero stati riferimenti alla Contestazione, che già serpeggiava tra la massa, perché quegli intellettuali non si rendevano conto di cosa stesse realmente succedendo, la loro visione sociopolitica essendo ancora quella della lotta di classe.

Mondo Beat N. 5
Settimo e ultimo numero della rivista Mondo Beat - fine luglio 1967.

Settimo e ultimo numero della rvista Mondo Beat - Milano, fine luglio 1967.   Settimo e ultimo numero della rvista Mondo Beat - Milano, fine luglio 1967.   Settimo e ultimo numero della rvista Mondo Beat - Milano, fine luglio 1967.   Settimo e ultimo numero della rvista Mondo Beat - Milano, fine luglio 1967.   Settimo e ultimo numero della rvista Mondo Beat - Milano, fine luglio 1967.   Settimo e ultimo numero della rvista Mondo Beat - Milano, fine luglio 1967.   Settimo e ultimo numero della rvista Mondo Beat - Milano, fine luglio 1967.   Settimo e ultimo numero della rvista Mondo Beat - Milano, fine luglio 1967.   Settimo e ultimo numero della rvista Mondo Beat - Milano, fine luglio 1967.   Settimo e ultimo numero della rvista Mondo Beat - Milano, fine luglio 1967.   Settimo e ultimo numero della rvista Mondo Beat - Milano, fine luglio 1967.   Settimo e ultimo numero della rvista Mondo Beat - Milano, fine luglio 1967.

Commenti sugli articoli:

pagina 1
LO SCIOPERO È RIUSCITO, di Giangiacomo Feltrinelli, che di questo numero scrisse l'articolo di fondo, firmandosi Gigi Effe. Egli vi avrebbe fatto testimonianza dell'impegno dei giovani di Mondo Beat a Firenze dopo l'alluvione del novembre 1966.
Per dire ora di Giangiacomo Feltrinelli, era editore famoso, che aveva riscosso successo mondiale con il "Il dottor Živago" di Boris Pasternak e "Il Gattopardo" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, romanzi entrambi pubblicati in lingua italiana e poi dall'italiano tradotti in tutte le lingue del mondo.
Comunista d'avanguardia, noto amico di Fidel Castro, Giangiacomo Feltrinelli avrebbe tentato di fare da tramite tra Fidel Castro e Che Guevara quando Guevara operava nella boscaglia in Bolivia, ma fermato dai servizi segreti americani all'aeroporto di La Paz, sarebbe stato estradato in Italia.
Dietro tutte queste attività, ancora una, quella di agente del Mossad, come rivelato dopo la morte di Feltrinelli dal Senatore Giovanni Pellegrino, presidente di una commissione statale che avrebbe indagato sul terrorismo in Italia.
Ciò premesso, e venendo alla storia di Mondo Beat, Melchiorre Gerbino si sarebbe recato alla Casa editrice di Giangiacomo Feltrinelli il giorno della distruzione di Barbonia City e avrebbe chiesto di lui. Essi non si conoscevano personalmente, ma Feltrinelli sarebbe uscito subito dalla sua stanza e avrebbe accolto Gerbino con calore.
Melchiorre Gerbino avrebbe chiesto allora a Giangiacomo Feltrinelli se fosse disposto a recarsi sul terreno dove poche ore prima era stata distrutta Barbonia City e dai militari che lo presidiavano prendersi una manganellata in segno di solidarietà verso Mondo Beat. Feltrinelli era sembrato molto divertito da quella proposta e aveva assicurato che lo avrebbe fatto in giornata stessa. Ma il giorno dopo, all'appuntamento che s'erano dati, Feltrinelli disse a Gerbino che aveva cambiato idea e, invece della manganellata di solidarietà, avrebbe preparato un documento di solidarietà, che avrebbe fatto sottoscrivere da scrittori e intellettuali e avrebbe pubblicato nei quotidiani. In quella circostanza, Feltrinelli si sarebbe offerto a stampare numeri della rivista Mondo Beat e distribuirli nella catena delle sue librerie, dato che le strutture di Mondo Beat erano state distrutte dai militari o venivano presidiate dai servizi segreti.
Così, dopo che alla Crota Piemunteisa sarebbe stato deciso di pubblicare un ultimo numero della rivista Mondo Beat, Melchiorre Gerbino sarebbe tornato da Giangiacomo Feltrinelli e essi avrebbero convenuto che la redazione di Mondo Beat avrebbe preparato gli articoli per la pubblicazione e Feltrinelli avrebbe stampato e distribuito questo ultimo numero a suo carico e beneficio. Poiché da quanto così stabilito tra Melchiorre Gerbino e Giangiacomo Feltrinelli sarebbe conseguita tanta diffamazione contro Melchiorre Gerbino, vale qui dire che Melchiorre Gerbino non scese ad alcun compromesso con Giangiacomo Feltrinelli, ma che, non potendo più Mondo Beat stesso stampare e distribuire questo ultimo numero, e vista l'insistenza di quanti volevano che questo numero apparisse, l'editore Giangiacomo Feltrinelli era certamente il più indicato cui affidarne la distribuzione, perché la sua casa editrice aveva una rete di librerie sparse su tutto il territorio italiano e così di Mondo Beat si sarebbe potuto lasciare al meglio memoria, che il Vaticano voleva invece fosse confusa e dispersa. E perché Giangiacomo Feltrinelli s'impegnasse al massimo, Melchiorre Gerbino, che era l'esclusivo proprietario della rivista Mondo Beat, concedeva a Feltrinelli tutto il guadagno che gli sarebbe potuto derivare. Dopodiché il rapporto tra Mondo Beat e Feltrinelli si sarebbe concluso, anche perché il Movimento Mondo Beat sarebbe già stato disciolto e Melchiorre Gerbino non avrebbe più consentito che la rivista Mondo Beat continuasse a pubblicare numeri, ma sarebbe tornato ai suoi viaggi.
E però, pochi mesi dopo che Melchiorre Gerbino aveva lasciato Milano ed era tornato ai suoi viaggi, a Giangiacomo Feltrinelli sarebbe venuta l'idea di fare business con la Contestazione e allo scopo egli si sarebbe coordinato con Herbert Marcuse, vedi caso un ebreo come lui.
"Signore e signori, ecco a voi Herbert Marcuse, il teorico della Contestazione!" (standing ovation).
Herbert Marcuse, di cui Melchiorre Gerbino non ha letto una sola parola di quello che ha scritto, non ha nulla da spartire con la Contestazione.
Ora, il fatto che Giangiacomo Feltrinelli si sia tirato fuori dalla manica Herbert Marcuse e lo abbia promosso a teorico della Contestazione, per quanto possa irritare Melchiorre Gerbino, gli fa comunque considerare come i sionisti, che gestiscono il 95% dei media del Mondo Occidentale, qualche teorico della Contestazione se lo sarebbero tirato comunque fuori dalla manica. Essi si infiltrano ovunque e difatti se si va a cercare dei provos olandesi e degli anarchici del Maggio Francese, immancabilmente si leggerà che essi furono influenzati da Herbert Marcuse, quando né gli uni né gli altri avevano saputo dell'esistenza di questo sciacallo.
Nel 1972 Giangiacomo Feltrinelli sarebbe morto in una località della Lombardia, ucciso, tutto fa presumere, da servizi segreti, il di lui corpo dilaniato da una carica di dinamite esplosa su un traliccio di alta tensione.
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Nella stessa pagina 1, e poi proseguendo alle pagine 2 e 3, l'articolo "MILANO IN STATO D’ASSEDIO", firmato "Gianni Ohm", scritto da Silla Ferradini.
Silla Ferradini soleva fare pervenire i suoi articoli anonimamente per la pubblicazione, perché non era in buoni rapporti con Melchiorre Gerbino e temeva di essere cestinato se Gerbino avesse saputo che gli articoli erano suoi. A Melchiorre Gerbino, che viveva la stagione della Contestazione senza compromessi, non piaceva difatti il comportamento di Silla Ferradini, che mostrava attitudine accomodante nei confronti del potere.
Nel 2017, quando si dedicava alla ricostruzione della storia di Mondo Beat, cercando di rintracciare il cognome di quell'Enea che aveva creato i logo di Mondo Beat e Onda Verde (cognome che aveva dimenticato e di cui è tuttora alla ricerca) Melchiorre Gerbino avrebbe fatto un giro di telefonate e tra gli altri chiamato pure Silla Ferradini. Siccome in quell'occasione i due avrebbero trovato un modo amichevole d'intrattenersi a vicenda, avrebbero conversato a lungo e allora Ferradini avrebbe confessato a Gerbino che era lui l'autore degli articoli firmati "OM" e "A.OM", pubblicati nel sesto numero della rivista Mondo Beat (Mondo Beat N. 4) e che era pure lui l'autore dell'articolo "Milano in stato d'assedio", pubblicato in questo ultimo numero, che però egli aveva firmato "Ohm" ma sorprendentemente era apparso firmato "Gianni Ohm".
Sarebbe allora sorto il sospetto di come Gianni De Martino, l'omosessuale cattolico che aveva sgridato Jack Kerouac perché si ubriacava invece di pensare a Gesù, si fosse recato nella tipografia che l'editore Feltrinelli aveva messo a disposizione della redazione di Mondo Beat e si fosse intrufolato a preparare il menabó di questo numero, alterandoci la sigla "Ohm" in "Gianni Ohm", per attribuirsi la paternità dell'articolo di Silla Ferradini e millantarsi del titolo di caporedattore. Che Gianni De Martino abbia potuto fare ciò non sorprenderebbe, egli si è rivelato costantemente un impostore, basti dire che attualmente (2024) si presenta ufficialmente quale "cofondatore di Mondo Beat" (!).

pagina 2
MILANO IN STATO D'ASSEDIO, di Silla Ferradini (continua)

pagina 3
MILANO IN STATO D'ASSEDIO, di Silla Ferradini.
Come s'è detto, questo scritto purtroppo è stato alterato al momento della pubblicazione, tuttavia lo stile inconfondibile di Silla Ferradini vi scorre di grande respiro.

pagina 4
L’ITALIA S’È DESTA di Giuseppe Scalpo.
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Nella stessa pagina, 3 PROPOSTE di Valerio Fantinel (continua alla pagina 6)

pagina 5
In questa pagina intellettuali e scrittori, vicini a Giangiacomo Feltrinelli e alla sua casa editrice, esprimevano solidarietà verso Mondo Beat. Feltrinelli avrebbe pure organizzato a Sesto San Giovanni una manifestazione pubblica in sostegno di Mondo Beat.

pagina 6
FOGLIO DI VIA ALLA COSTITUZIONE di Federico, un altro pubblicista amico di Valero Fantinel.
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I SUPERUOMINI, firmato rosso san gae, pseudonimo di Gaetano Sansone. Egli assieme a suo padre dirigeva la Casa editrice Giordano, che aveva pubblicato il libro "Gamla Stan" di Melchiorre Gerbino.
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3 PROPOSTE PER LA SOLUZIONE FINALE DEI BEATS, firmato Valerius, che proviene dalla pagina 4, fu scritto da Valerio Fantinel.

pagina 7
LA "RESISTENZA" ALLA DEMOCRAZIA non si sa da chi sia stato scritto, mancando lo pseudonimo in calce all’articolo, ma certamente da qualcuno di quei pubblicisti venuti alla cerimonia dello scioglimento del Movimento.

pagina 8
I NIPOTINI DI JOHNSON fu scritto da un altro dei pubblicisti amici di Valerio Fantinel, nessuno dei quali si sarebbe firmato col suo nome e cognome, dato che tutti lavoravano in case editrici e il farlo sarebbe stato incompatibile con i loro contratti.
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BALLATA SPONTANEA DELLA CONDIZIONE DI LIBERTÀ, di Livio (Cafici), quello del canelupo avvelenato.

pagina 9
ICH BIN OBIETTORE DI COSCIENZA, di Andrea Valcarenghi.
Andrea Valcarenghi, figlio di papà miliardario, che viveva lui stesso da miliardario, avrebbe voluto essere ricordato come rivoluzionario e perciò quando fu chiamato al servizio militare, all'epoca obbligatorio, egli avrebbe fatto dichiarazione di obiezione di coscienza (pubblicata in questa pagina 9 di questo numero). Ma, rinchiuso in un carcere militare e messo sotto torchio, dopo due settimane di resistenza si sarebbe arreso e avrebbe indossato l'uniforme militare. Il tragico di questa vicenda non sarebbe stato che Andrea Valcarenghi avrebbe indossato l'uniforme militare, perché era personaggio minore del Movimento Mondo Beat e nessuno lo aveva come riferimento, ma il tragico sarebbe stato che i servizi segreti lo avrebbero piegato alla collaborazione. Così, quando i moti di Contestazione si propagarono in Italia e il potere fece di tutto per contenerli, dall'esplosione di bombe nelle banche alla diffamazione nei libri, ad Andrea Valcarenghi sarebbe stato ordinato dai servizi segreti di dichiarare che Melchiorre Gerbino aveva venduto la rivista Mondo Beat all'editore Giangiacomo Feltrinelli ed era fuggito con i soldi, provocando così fratture nel Movimento Mondo Beat e il suo declino. Questo Andrea Valcarenghi avrebbe scritto nel suo libro "Underground: a pugno chiuso!", (Arcana Editrice, 1973) e questo libro avrebbe ricevuto enorme attenzione mediatica, poco mancò che non fosse inserito tra i testi della scuola d'obbligo.

Andrea Valcarenghi agli ordini dei servizi segreti italiani.
Melchiorre Gerbino diffamato da Andrea Valcarenghi

Dopo questo lavoro sporco, Andrea Valcarenghi fu avviato verso il guru indiano Rajneesh Osho. Erano i tempi della Guerra Fredda, quando i servizi segreti sovietici catturavano nel mondo occidentale i figli deboli dei ricchi e li riducevano sotto il loro comando, come avrebbero fatto, ad esempio, con Patricia Hearst. Per impedire ai sovietici di catturarli, i figli deboli dei ricchi sarebbero stati avviati dalla CIA in India, poi in Oregon, ad adorare il guru Rajneesh Osho e nel numero di costoro ci sarebbe stato Andrea Valcarenghi. Essendo egli il più ricco dei fedeli italiani, il guru lo avrebbe promosso a suo factotum in Italia, con il nome Swami Deva Majid. E così l'infaticabile cretino Andrea Valcarenghi avrebbe collaborato coi servizi segreti italiani per un verso e per altro verso con quelli USA che gestivano il guru indiano

Andrea Valcarenghi adorando il guru della CIA, Rajneesh Osho.
Il cretino irrecuperabile Andrea Valcarenghi.
Sarebbe bastata questa foto che mostra Andrea Valcarenghi che adora il guru Rajneesh Osho, mentre quello lo ipnotizza, per mostrare inequivocabilmente come Andrea Valcarenghi sia un cretino e non stare più a interessarci di lui, se non ci fossero stati due tipi di cretini, il bonaccione e il maligno, e Andrea Valcarenghi non avesse appartenuto a questa seconda categoria, ma purtroppo vi appartiene e siamo pertanto costretti a scendere nei dettagli della di lui cretinaggine e torniamo dunque a parlare della rivista Mondo Beat, che non fu in alcun modo venduta o ceduta all'editore Giangiacomo Feltrinelli, né a nessun partito politico (alcuni l'avrebbero comprata a qualsiasi prezzo). Avvenne invece che nell'ottobre del 1967 Giuseppe Simone, commerciante di vini in Milano, che era stato compagno di Melchiorre Gerbino al ginnasio di Calatafimi, loro paese natio, lo fece contattare da un amico comune di Calatafimi, Giuseppe Bica, allora insegnante a Milano, perché gli fosse venduta, tramite questi, la rivista Mondo Beat. Avendo Melchiorre Gerbino acconsentito, Giuseppe Bica avrebbe contattato un altro amico comune di Calatafimi, Salvatore Scandariato, che esercitava l'avvocatura a Milano, perché segnalasse un notaio e ci assistesse nell'atto di compravendita.
E fu così come 4 amici di Calatafimi preservarono l'onore della rivista Mondo Beat e la consegnarono al mito.

Come 4 amici siciliani di Calatafimi tutelarono l'onore della rivista Mondo Beat e la consegnarono al mito.
Atto di compravendita della testata "Mondo Beat".
Come si può leggere all'inizio dell'atto notarile, la rivista Mondo Beat fu ceduta il 17 ottobre 1967, mentre la pubblicazione dell'ultimo numero della rivista era avvenuta a fine luglio, cioè circa tre mesi prima della vendita della rivista stessa.
Questo basti a provare inconfutabilmente come Melchiorre Gerbino non sia sceso a compromessi di sorta con l'editore Giangiacomo Feltrinelli, perché, lo avesse fatto, non avrebbe poi potuto vendere la rivista.
Figurarsi poi se Giangiacomo Feltrinelli se ne sarebbe restato con le mani in mano, se le mani avesse potuto mettere sull'allora famosissima rivista Mondo Beat! Capace com'era di riscuotere successi mondiali, se avesse allineato la rivista Mondo Beat su posizioni terzomondiste (come s'è detto, era amico di Fidel Castro) avrebbe potuto promuoverla tra le pubblicazioni della Tricontinentale.
In verità, Giangiacomo Feltrinelli non ebbe nessuna incidenza nei destini della rivista Mondo Beat, né mai chiese di comprarla, perché capiva bene che Melchiorre Gerbino si sarebbe negato a vendergliela. L'unica concessione che gli fu fatta, e per pura cortesia, fu di scrivere l'articolo di fondo di questo ultimo numero, nel quale avrebbe testimoniato come i giovani di Mondo Beat si erano impegnati nel fango di Firenze dopo l'alluvione del novembre 1966.

Con l'acquisto della rivista Mondo Beat, Giuseppe Simone trovo' modo di fornire denaro all'amico Melchiorre Gerbino perche' potesse tornare ai suoi viaggi.
Giuseppe Simone.
Egli era stato compagno di classe di Melchiorre Gerbino al ginnasio di Calatafimi, e avrebbe poi comprato simbolicamente la rivista Mondo Beat e conservato le copie dei suoi 7 numeri, che trent’anni dopo, in perfette condizioni, avrebbe restituito a Melchiorre Gerbino.
Con l'acquisto della rivista Mondo Beat, Giuseppe Simone, che era un gentiluomo, avrebbe trovato modo di fornire denaro all'amico Melchiorre Gerbino, perché potesse tornare ai suoi viaggi.
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Nico, che alla stessa pagina 9 firma la poesia I II III, è Nicolò Ferjancic.

pagina 10
LA GAIA SCIENZA di Nicolò Feriancic.

LA PAURA DI TRASGREDIRE. Ancora Livio Cafici, quello del canelupo avvelenato.
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COMUNICAZIONE AGLI ABBONATI, una cafonata non si sa scritta da chi. Mondo Beat non ebbe mai consiglio di amministrazione (Melchiorre Gerbino non sa nemmeno cosa sia) né abbonati.

pagina 11
VORREI DARE UN MORSO AL COMMENDATORE è dello stesso Enrico che aveva pubblicato articoli nei precedenti numeri di Mondo Beat. Il "Costanzo" di cui scrive è Maurizio Costanzo, che a quei tempi era solito venire da Roma a Milano per una qualche sua collaborazione giornalistica. Lo stesso Enrico, come è stato già detto, era un giornalista del Corriere della Sera che frequentava Mondo Beat in incognito, perché nelle pagine di Mondo Beat poteva scrivere quello che non avrebbe potuto nelle pagine del quotidiano per cui lavorava.
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PUNTO PRIMO, PUNTO SECONDO, firmati rosso san gae, furono scritti da Gaetano Sansone.

pagina 12

Guido Crepax ironizzando su quanto il Corriere della Sera andava scrivendo sui beats
Vignetta di Guido Crepax,
Guido Crepax ironizzando su quanto il Corriere della Sera andava scrivendo sui beats. Questa vignetta Guido Crepax diede a Melchiorre Gerbino, che la fece pervenire alla tipografia dove questo numero era in stampa.

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Melchiorre Gerbino sarebbe rimasto a Milano fino alla fine di ottobre del 1967, per rendersi conto di come la Contestazione si stesse manifestando tra gli studenti e propagando tra la gente comune, allora, certo dell'imminente dilagare della Contestazione, avrebbe lasciato Milano per tornare ai suoi viaggi.
E difatti la Contestazione si sarebbe manifestata in Italia a livello di massa. E dall'Italia si sarebbe propagata alla Francia e poi in tanti luoghi del mondo, anche e eroicamente nelle società islamiche.
La Contestazione avrebbe creato una nuova costante nella Storia, perché la disponibilità e la prontezza della gente comune a mobilitarsi per affermare e difendere i diritti civili condiziona ormai ovunque il potere costituito.

Melchiorre Gerbino tornava ai suoi viaggi.
Melchiorre Gerbino e Gunilla Unger a fine ottobre 1967 lasciavano Milano. In questa foto, al volante Franco Sapi.

Quelli che hanno fatto la storia del Movimento Mondo Beat
Personaggi che hanno dato vita alla Contestazione.

Chi non conosce la storia di Mondo Beat non conosce una parte della sua stessa storia.
Mondo Beat e la nascita della Contestazione. Milano, 15 ottobre 1966 - fine luglio 1967


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