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Gio' Tavaglione

Il Manifesto di Mondo Beat di Giò Tavaglione cronologicamente è il primo manifesto della controcultura in Italia

"Manifesto di Mondo Beat", di Giò Tavaglione
Edizioni di Cultura Contemporanea - esemplari 2.000 - maggio 1967.
Il Manifesto di Mondo Beat di Giò Tavaglione cronologicamente è il primo manifesto della controcultura in Italia.

"MONDO BEAT N. 4"
(sesto della serie dei 7 numeri della rivista Mondo Beat)
- del 31 maggio 1967 - tiratura copie 12.000 -


Questo numero, datato 31 maggio 1967, ci fu consegnato dalla Tecnografica Milanese il 25. Si sfogliava dopo averlo girato di 90 gradi di lato, ogni due pagine formavano un paginone.

Il sesto numero della rivista Mondo Beat - Tiratura copie 12.000 - Datato 31 maggio 1967   Il sesto numero della rivista Mondo Beat - Tiratura copie 12.000 - Datato 31 maggio 1967   Il sesto numero della rivista Mondo Beat - Tiratura copie 12.000 - Datato 31 maggio 1967   Il sesto numero della rivista Mondo Beat - Tiratura copie 12.000 - Datato 31 maggio 1967   Il sesto numero della rivista Mondo Beat - Tiratura copie 12.000 - Datato 31 maggio 1967   Il sesto numero della rivista Mondo Beat - Tiratura copie 12.000 - Datato 31 maggio 1967

Su alcuni di questi slogans è d'uopo dare delle delucidazioni, perché al lettore di oggi potrebbero essere incomprensibili

Mondo Beat N. 4 - pagine 1 e 12. Melchiorre Gerbino compose questa copertina con slogan che avevano segnato il percorso del Movimento. Su alcuni di essi è d’uopo dare delle delucidazioni, perché al lettore di oggi potrebbero essere incomprensibili.

MEGLIO UN BEAT OGGI CHE UN GENERALE DOMANI alludeva al colpo di stato in Grecia, compiuto da una giunta di generali proprio in quell’aprile del 1967, e alla funzione cui assolveva il Movimento Mondo Beat nel prevenirne uno in Italia;

NON TUTTI I COLPI VANNO A SEGNI alludeva ad Antonio Segni, allora presidente della Repubblica, di cui era stata sventata la trama di un colpo di stato in Italia;

CELERE CELERE SEMPRE PIÙ CELERE si riferiva alla "Celere", reparto mobile della polizia, che reprimeva violentemente le manifestazioni pubbliche non autorizzate dal regime;

PANTERE ALL’ASSALTO NELLA JUNGLA D’ASFALTO perché pantere venivano chiamate in gergo le vetture Alfa Romeo in dotazione alla polizia;

FELTRINELLI: LA PROTESTA DEI MIEI BOTTONI era una frecciata a Giangiacomo Feltrinelli, la cui Casa editrice commercializzava bottoni con slogan di protesta.

La 2 volte citata VETTABBIA era il ruscello che scorreva lungo il lato est della Tendopoli di Mondo Beat;

NON CADE FOGLIA (DI FICO) CHE PAOLO NON VOGLIA alludeva a Paolo VI, allora pontefice regnante.

SI P.S.I.U.P.PONE CHE L’ONDA VERDE ARROSSISCA era una frecciata a Andrea Valcarenghi, che dopo lo sfaldamento dell’Onda Verde era finito nell’orbita dello P.S.I.U.P. (Partito Socialista Italiano di Unione Proletaria) partito che poi si sarebbe saputo dalla stessa CIA essere stato da essa agenzia creato e gestito.

Melchiorre Gerbino e Andrea Valcarenghi in occasione della manifestazione di Mondo Beat dell'8 aprile 1967.
Melchiorre Gerbino e Andrea Valcarenghi (con gli occhiali) fotografati sotto il cartello CHIEDIAMO I DIRITTI CIVILI
in occasione della manifestazione di Mondo Beat dell'8 aprile 1967. A quella data, Melchiorre Gerbino non si era ancora reso conto di come Andrea Valcarenghi fosse un cretino maligno (come vedremo) e gli permetteva di stare al suo lato.

E tornando a questo paginone di slogan, certamente "L'inserito protesta, il beat contesta" era lo slogan per eccellenza di Mondo Beat.

Lo slogan da cui è originata la terminologia della Contestazione


Commenti sugli articoli:

pagine 2 e 3
Nella colonna di sinistra, a firma OM, una poesia di Silla Ferradini.
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Nella stessa colonna, 6 versi di Tella Ferrari.
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A centro della pagina, LA FAMIGLIA FOCOLARE D’EGOISMO, di Anto (Antonio) Mariani.
Antonio Mariani era il leader dei beats di Monza e uno dei ragazzi di spicco del Movimento Mondo Beat. In questa foto, tra quelli seduti, il secondo da sinistra è Antonio Mariani.
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Nell'ultima colonna in alto, Claudio Pitschen, un collaboratore esterno.
Dei collaboratori esterni Melchiorre Gerbino pubblicava scritti senza averli letti, a condizione che costoro non frequentassero la Cava.
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In basso della stessa colonna, col titolo futuristico "19664", Renzo Freschi, che si affannava a pubblicare anche quando non aveva niente di interessante da dire.

pagine 4 e 5
"LETTERA APERTA A MONDO BEAT" di Michele Rallo, un giovane fascista che non si rendeva conto della natura anarchica del Movimento Mondo Beat e credeva fosse influenzato dai comunisti e perciò stupidamente ci spiegava come Jack Kerouac e altri personaggi della Beat Generation comunisti non fossero.
Ma ancora più sconcertante sarebbe stata la risposta che al fascista Michele Rallo avrebbe dato uno da poco entrato a fare parte della redazione di Mondo Beat, tale Gianni De Martino. Costui si era presentato da omosessuale cattolico e aveva chiesto di potere fare parte della redazione della rivista, avendo fatto intendere che avrebbe trattato dei diritti civili degli omosessuali, e per questo era stato accettato. Ma Gianni De Martino non avrebbe trattato dei diritti civili degli omosessuali, invece, firmandosi "N.d.R." (Nota del Redattore), rispondendo alla lettera aperta del fascista Michele Rallo, Gianni De Martino avrebbe portato un attacco a Jack Kerouac, cui avrebbe ricordato che nessuno lo considerava un caposcuola e a cui avrebbe mosso rimproveri perché si ubriacava invece di pensare a Gesù.
Degli scritti stupidi, purtroppo pubblicati nella rivista Mondo Beat, questo di Gianni De Martino è stato certamente il più stupido.

Di tutti gli scritti stupidi pubblicati nella rivista Mondo Beat, questo di Gianni De Martino e' stato certamente il piu' stupido.
L'omosessuale cattolico Gianni De Martino rimprovera Jack Kerouac dalle pagine di Mondo Beat.
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Nella stessa doppia pagina, nella parte bassa della colonna centrale, a firma "OM" un articolo di Silla Ferradini: "Senza motivi - Senza anima".
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Nella colonna a destra, "AL PUNTO DI PARTENZA", di Paola, di cui non si conosceva il cognome.

pagine 6 e 7 (1)

questa parte del Manifesto e' stata stampata in 6000 copie delle 12000 di questo N. 4
Parte superiore del Manifesto di Mondo Beat di Giò Tavaglione, stampata in 6.000 esemplari dei 12.000 di questo numero.
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Qui un dettaglio di questa parte del Manifesto
Monique Charvet, la musa ispiratrice di Giò Tavaglione
Dettaglio dove è scritto: Siamo tutti a viso aperto (in grandi caratteri) MA MONIK DI PIÙ GIÒ 67 (in piccoli caratteri).
Monik (Monique Charvet) era la musa ispiratrice di Giò Tavaglione.

pagine 6 e 7 (2)

questa parte del Manifesto e' stata stampata in 6000 copie delle 12000 di questo N. 4
Parte inferiore del Manifesto di Mondo Beat di Giò Tavaglione, stampata in 6.000 esemplari dei 12.000 di questo numero.

pagine 8 e 9
DALLA FOGLIA DI FICO ALLA VERNICE, del collaboratore esterno la cui madre aveva avvelenato il canelupo.
Del collaboratore esterno Melchiorre Gerbino pubblicava scritti senza averli letti, a condizione che il collaboratore non frequentasse la Cava.
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EDUCAZIONE SESSUALE ALL’ITALIANA, di Claudio Alemagna. Uno scritto di grande acume sulla politica di repressione sessuale esercitata dal Vaticano con la disinformazione.
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Incettata da Melchiorre Gerbino nel cassone dei clichés già pubblicati dal quotidiano L'Unità, la foto di una fanciulla che tanto somigliava a quelle che frequentavano la Tendopoli di Mondo Beat. "Portateci al campeggio Mondo Beat di Via Ripamonti kg 50 di pasta al giorno. Aiutateci a contestarvi!".
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DATECI UN SACCO A PELO E TENETEVI LE BANDIERE di Silla Ferradini (A.OM).
Nota. Silla Ferradini firmava i suoi scritti con sigle e li faceva pervenire alla redazione di Mondo Beat anonimamente; più avanti spiegheremo la ragione di ciò. Di questi tre scritti pubblicati in questo numero, due a firma "OM", uno "A.OM", era rimasta dubbia la paternità, alcuni impostori avevano cercato di attribuirsela, ma recentemente è stato accertato come essi fossero di Silla Ferradini (giusta di glorie dispensiera è morte).

Di questi scritti, firmati con sigle, era rimasta dubbia la paternità ma è stato finalmente accertato come essi fossero di Silla Ferradini
I tre scritti di Silla Ferradini pubblicati in questo N. 4 di Mondo Beat.

pagine 10 e 11
?LA PARTITOCRAZIA CAUSA DELLO STATO DI CRISI DELLA GIOVENTÙ?, firmato dal collaboratore esterno Tito Livio Ricci.
Questo articolo in realtà era stato scritto da Franco Ricci, fratello di Tito Livio, il quale Franco, per la riservatezza che gli imponeva il suo ruolo di mente occulta, lasciava che gli articoli che egli scriveva li firmasse suo fratello Tito Livio. Questo Tito Livio Ricci, che faceva da prestanome, era un brevilineo scheletrico e lentigginoso, repellente, e per di più fascista non del tutto convinto. Ma suo fratello Franco era tutt'altra cosa! Franco Ricci, capelli alla Balilla, barbetta alla Cesare Balbo, lo sguardo vitreo e pur tuttavia sognante dell’Übermench che scala montagne innevate, il petto idealmente decorato di medaglie, era paralitico, su una carrozzella a rotelle, ma sembrava che dalla carrozzella dovesse spiccare un balzo da un momento all’altro! Quando si rivolgeva a Melchiorre Gerbino, lo faceva con accenti vocali cardiotonici e con quella sorta di complicità con cui ci si rivolge al capo inter pares. Per la simpatia che gli ispirava, Melchiorre Gerbino avrebbe consentito a Franco Ricci di frequentare la Cava, quando tutti gli altri collaboratori esterni erano rigorosamente tenuti di starsene alla larga se volevano i loro scritti pubblicati
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BUDDISMO-ZEN-BEATS, del collaboratore esterno Giuseppe Franzosi.
Quel Giuseppe Franzosi che durante 2 settimane aveva parlato ininterrottamente di tutto, con altri o da solo, prima di essere accolto tra i collaboratori esterni.
Quel Giuseppe Franzosi che, prima di essere stato accolto quale collaboratore esterno, durante due settimane aveva parlato ininterrottamente di tutto, da solo o con altri.
In questo articolo egli affrontava il tema della crisi del buddismo zen in America. Più pertinente agli scenari della Contestazione sarebbe stato affrontare il tema della crisi del pioppo in Lombardia, che la scomparsa delle pioppaie, causa l’invasione dei prodotti plastici, si notava nello sfondo del quadro della Contestazione, mentre della crisi del buddismo zen in America non s’intravedeva ombra. Ma Franzosi era un eccentrico!... Sempre facendo surf sulla cresta delle onde, egli, dopo quella di Mondo Beat, avrebbe cavalcato l’onda della pornografia con lo pseudonimo Doctor Pinus. Di onda in onda sarebbe infine approdato in una di quelle taverne di mare denominate libera università, a farci il luminare... Un vero peccato che non abbia fatto il venditore di tappeti, avrebbe guadagnato di più e sarebbe apparso in qualche televisione locale.
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IL CAMPIONE, di Gianluigi (Castelli). Un apprezzamento di Cassius Clay/Muhammad Ali, che s'era rifiutato di andare in guerra in Vietnam.
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E IL MORTO di Renato (René Vento), che si lamentava di come a Montecarlo, dove un pilota di Formula 1 era morto in un incidente, ci fossero state persone nel Casino che avrebbero continuato a giocare alla roulette, invece di sospendere addolorate.
Con questo articolo René Vento aveva creduto di contestare il Sistema. In realtà questo sarebbe stato l'articolo più stupido pubblicato nella rivista Mondo Beat, dopo quello con cui l'omosessuale cattolico Gianni De Martino avrebbe rimproverato Jack Kerouac perché si ubriacava invece di pensare a Gesù.

IN CONCLUSIONE
In questo N. 4 della rivista Mondo Beat pochi sarebbero stati gli articoli interessanti, perché troppi quelli pubblicati da persone estranee alla Contestazione, che scrivevano sciocchezze. Evidentemente ci si trovava in una situazione critica con la rivista Mondo Beat e Melchiorre Gerbino ne era consapevole. Egli aveva perciò deciso di cambiare la natura della rivista, pubblicando in essa solo vignette, immagini con lapidarie didascalie e fotomontaggi. Sicuramente in questo modo sarebbe avvenuta una selezione di collaboratori originali, mentre sarebbero stati allontanati quelli che la stavano soffocando con le loro sciocchezze. Melchiorre Gerbino aveva parlato di questo progetto con Giò Tavaglione, della cui collaborazione voleva avvalersi. Gerbino e Tavaglione avevano calcolato che ci sarebbe voluto tempo fino agli inizi di ottobre, prima di potere dare alle stampe un numero della rivista realizzato con le caratteristiche di cui si è detto. Dopodiché si sarebbero potuti pubblicare altri 3 o 4 numeri prima della fine dell'anno 1967, quando il Movimento Mondo Beat sarebbe stato disciolto e la rivista avrebbe cessato di pubblicare.
Perché dunque sciogliere il Movimento Mondo Beat a fine del 1967 e porre fine alle pubblicazioni della rivista?
Perché il Movimento avrebbe avuto la massima capacità d'innescare la contestazione di massa nell'ottobre, novembre, dicembre di quell'anno 1967, mentre poi sarebbe inevitabilmente decaduto, perché la Base di Mondo Beat non avrebbe più potuto essere rinsanguata da quella sorta di giovani eroici che la stavano formando. E difatti, da quando i giovani di Mondo Beat non avevano dovuto più confrontarsi con la polizia, era stato impossibile fare una selezione dei nuovi arrivati. Ne arrivavano ora di sciocchi e vigliacchi e non pochi erano gli agenti dei servizi segreti, che si fingevano beats provenienti da tale città e da tale altra, quando in realtà provenivano da caserme dei carabinieri. E perciò, se alla fine del 1967 Mondo Beat non fosse stato in grado d'innescare la contestazione di massa, in nessun caso avrebbe potuto successivamente. Pertanto, il suo scioglimento alla fine del 1967 sarebbe stato opportuno, soprattutto se il Movimento avesse mancato l'obiettivo della contestazione di massa, perché già sarebbe stato un mezzo successo avere centinaia di giovani cani sciolti, che avrebbero inscenato contestazioni in tutta Italia, piuttosto che averli in un movimento alla moda che il sistema avrebbe facilmente gestito.
Tornando ora a questo ultimo numero della rivista, ne erano state ordinate 12.000 copie perché fossero vendute nell'arco dell'estate. Così il 25 maggio, quando la Tecnografica Milanese ce le venne a consegnare, metà delle copie sarebbero state accatastate nella Cava e metà messe in circolazione per la vendita. Poiché si era quasi in estate e tanta gente stava già andando in ferie, avevamo previsto che le 6.000 copie che mettevamo in circolazione sarebbero state vendute nell'arco di due mesi. E invece furono vendute in 3 giorni. Abbiamo dovuto allora fermare la vendita, perché tutte le copie non si esaurissero subito, ma le restanti fossero distribuite nel tempo. Incredibile paradosso, la rivista avrebbe avuto il più grande successo quando sarebbe stata al peggio della qualità degli articoli. Evidentemente il successo era dovuto alla rivoluzione sessuale in atto a Barbonia City, di cui Corriere della Sera, Corriere d'informazione e La Notte informavano ogni giorno centinaia di migliaia di persone con articoli furiosi.

Storia di Mondo Beat. Capitolo 14