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Marco Maria Sigiani e Andrea Valcarenghi in foto d'epoca, Gianfranco Sanguinetti e Antonio Pilati in foto posteriori
Marco Maria Sigiani, Gianfranco Sanguinetti, Andrea Valcarenghi, Antonio Pilati, fondatori di Onda Verde

Questo secondo numero di Mondo Beat apparve dopo la Manifestazione delle Manette e la Manifestazione dei Fiori, quando il Movimento era già realtà storica, perché a Milano teneva la piazza e aveva i suoi prigionieri nei carceri San Vittore, Cesare Beccaria, Maria di Nazareth, mentre si propagava un po' ovunque in Italia e a macchia d’olio nel Nordovest, l'area più industrializzata del Paese. Ora la fusione di Mondo Beat e Onda Verde avrebbe messo le ali alla rivista Mondo Beat, perché nelle sue pagine Marco Maria Sigiani e Antonio Pilati avrebbero fatto soffiare il vento della vera controinformazione, con articoli sul Free Speech Movement, sui provos olandesi, sulla condizione della classe studentesca nel nostro Paese, e così la rivista Mondo Beat avrebbe trovato la sua linea identitaria.
E dunque, anche se i componenti di Onda Verde di numero erano solo una ventina e non avevano né una sede né una rivista, il loro contributo al Movimento sarebbe stato prezioso, perché articoli di Marco Maria Sigiani e di Antonio Pilati avrebbero fatto radicare più profondamente la rivista Mondo Beat nelle scuole milanesi e da quelle scuole, dopo la distruzione militare delle strutture di Mondo Beat, si sarebbe levata la contestazione studentesca, che dagli studenti si sarebbe propagata alla gente comune.

"MONDO BEAT-ONDA VERDE Numero Unico"
(secondo della serie dei 7 numeri della rivista Mondo Beat)
- del 30 dicembre 1966 - tiratura copie 5.200 -



Il secondo numero della rivista Mondo Beat - Tiratura copie 5.200 - Datato 30 dicembre 1966   Il secondo numero della rivista Mondo Beat - Tiratura copie 5.200 - Datato 30 dicembre 1966   Il secondo numero della rivista Mondo Beat - Tiratura copie 5.200 - Datato 30 dicembre 1966   Il secondo numero della rivista Mondo Beat - Tiratura copie 5.200 - Datato 30 dicembre 1966   Il secondo numero della rivista Mondo Beat - Tiratura copie 5.200 - Datato 30 dicembre 1966   Il secondo numero della rivista Mondo Beat - Tiratura copie 5.200 - Datato 30 dicembre 1966   Il secondo numero della rivista Mondo Beat - Tiratura copie 5.200 - Datato 30 dicembre 1966   Il secondo numero della rivista Mondo Beat - Tiratura copie 5.200 - Datato 30 dicembre 1966   Il secondo numero della rivista Mondo Beat - Tiratura copie 5.200 - Datato 30 dicembre 1966   Il secondo numero della rivista Mondo Beat - Tiratura copie 5.200 - Datato 30 dicembre 1966   Il secondo numero della rivista Mondo Beat - Tiratura copie 5.200 - Datato 30 dicembre 1966   Il secondo numero della rivista Mondo Beat - Tiratura copie 5.200 - Datato 30 dicembre 1966   Il secondo numero della rivista Mondo Beat - Tiratura copie 5.200 - Datato 30 dicembre 1966   Il secondo numero della rivista Mondo Beat - Tiratura copie 5.200 - Datato 30 dicembre 1966

Commenti sugli articoli:

pagina 1
Vittorio Di Russo incarcerato a San Vittore - Copertina ideata da Melchiorre Paolo Gerbino.

pagina 2
PAOLO è Melchiorre Paolo Gerbino, che oltre alla copertina volle pure dedicare questo articolo a Vittorio Di Russo, per tenerne vivo il ricordo mentre egli scontava la prigione.
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Nella stessa pagina 2, POURQUOI CES CANNONS?, di Gianni Milano.
L'1 novembre del 1966 Melchiorre Gerbino era stato a Verona assieme a Gianni Milano, Fernanda Pivano, Vittorio Di Russo, ospiti tutti dell'avvocato Donà in una villa su una collina dell'Oltre Adige. In quella circostanza Gianni Milano avrebbe dato questo suo articolo, 'Porquoi ces cannons?', a Melchiorre Gerbino e gli avrebbe chiesto di pubblicarlo in questo secondo numero della rivista Mondo Beat, allora in preparazione. Melchiorre Gerbino, dopo avere pubblicato l'articolo, avrebbe chiesto a Gianni Milano se si voleva assumere l'incarico di caporedattore della rivista Mondo Beat, e Gianni Milano, dopo essersi consultato con Fernanda Pivano, avrebbe declinato l'offerta.
Gianni Milano non avrebbe mai messo piede nella sede del Movimento Mondo Beat, la Cava, né nella Tendopoli di Mondo Beat, Nuova Barbonia, né mai avrebbe partecipato a manifestazioni pubbliche del Movimento Mondo Beat. Egli però, col passare degli anni, a essersi dato conto di come Mondo Beat avesse fatto storia, avrebbe dichiarato di sue avventure a Mondo Beat. Al che Melchiorre Gerbino lo avrebbe smentito nella ricostruzione della Storia di Mondo Beat che avrebbe pubblicato nel suo sito internet. Gianni Milano avrebbe allora indirizzato a Melchiorre Gerbino la seguente email:
Se ti risulta che io abbia scritto o detto d'aver partecipato attivamente alle vicende di Mondo Beat ti sbagli. Allora ero insegnante a Torino e solo su invito di Fernanda Pivano ero entrato in contatto con la città di Milano. Non mi accollate dichiarazioni che non sono mie. L'underground italiano fu un movimento così fluido ed anarchico da non aver avuto mai leader. Sarebbe per me vergogna se qualcuno, ora che sono vecchio, mi appiccicasse tale etichetta. Pace. Gianni Milano.

Al che Melchiorre Gerbino gli avrebbe risposto:
Per apparire ne "La meglio gioventù" hai dichiarato di tue avventure a Mondo Beat, che non hai mai avute. Cerca di essere più serio."

"La meglio gioventù", un inserto in forma di libro che nel dicembre del 2003 il settimanale Diario dette alle stampe, pubblicò i nomi e il curriculum di personaggi che negli Anni 60 avevano dato vita alla Contestazione. Quel pavido Gianni Milano, per apparire tra costoro, avrebbe dichiarato il falso:

Al dichiarare 'partecipa all'avventura della rivista Mondo Beat' Gianni Milano avrebbe dichiarato il falso
"La meglio gioventù" - pag. 164.
Al dichiarare partecipa all'avventura della rivista Mondo Beat Gianni Milano avrebbe dichiarato il falso.
E difatti avere partecipato all'avventura della rivista Mondo Beat non sarebbe consistito nel dare brevi manu un articolo perché venisse pubblicato e poi andarsi a nascondere tra le sottane della mamma, ma sarebbe consistito nel partecipare all'avventura di una rivista i cui giovani, che la vendevano per le strade di Milano, sarebbero stati multati dai vigili urbani, avrebbero avuto le copie confiscate, avrebbero avuto ingiunto dalla Questura un foglio di via obbligatorio verso le loro città di origine, se non fossero risultati residenti in Milano, e imprigionati un mese se recidivi; una rivista che in vari modi sarebbe stata sequestrata 4 volte nella sua storia di 7 pubblicazioni; una rivista il cui direttore responsabile, Melchiorre Gerbino, sarebbe stato processato per avere offeso la morale del cittadino italiano medio e comune; una rivista la cui sede, la Cava, sarebbe stata infine requisita dai servizi segreti e tutto il materiale all'interno di essa sequestrato e portato al macero. Tutto questo quando la pubblicazione della rivista Mondo Beat era autorizzata dal tribunale di Milano, Melchiorre Gerbino era registrato quale direttore responsabile all'ordine dei giornalisti e quale proprietario alla camera di commercio, la sede di Mondo Beat era affittata con regolare contratto.
Ma la dichiarazione di Gianni Milano di avere partecipato all'avventura della rivista Mondo Beat è ancora più disdicevole di quella di uno che non vi aveva partecipato, perché a suo tempo Gianni Milano avrebbe avversato la rivista Mondo Beat e il Movimento Mondo Beat tutto. E difatti quando sarebbe stato evidente e di opinione pubblica che c'era un contrasto insanabile tra Melchiorre Gerbino e il Movimento Mondo Beat da un lato e Fernanda Pivano e il suo salotto letterario dall'altro, Gianni Milano avrebbe preso apertamente posizione nel campo di Fernanda Pivano, e il fatto che egli allora non si rendesse conto di come costei fosse agente della CIA e collaboratrice della Questura di Milano, avrebbe dovuto indurlo poi a fare autocritica e non il pagliaccio come invece avrebbe fatto.

Gianni Milano anche lui agente della CIA o solo un cretino?
Gianni Milano in compagnia di Fernanda Pivano.
Essendo stato provato che Fernanda Pivano era agente della CIA e avendola Gianni Milano frequentata per anni, ed essendosene egli fatto vanto, può venire spontaneo chiedersi se era anche lui agente della CIA o era solo un cretino.
Melchiorre Gerbino escluderebbe che Gianni Milano, che non conosce l'inglese, e perciò non avrebbe avuto i requisiti per essere assunto dalla CIA, possa averne fatto parte.

pagina 3
LE SCELTE CASTRATE, di Agor, pseudonimo di Antonio Pilati.
Un saggio sull'illusione di fare scelte in un sistema dove tutto è stato omogeneizzato e quindi l'individuo, qualunque sia la sua scelta, è predestinato a vivere in una dimensione già pianificata.
"Le scelte castrate" è uno degli articoli più brillanti pubblicati nella rivista Mondo Beat. Grazie a questo articolo, Melchiorre Gerbino sarebbe stato facilitato nell'ottenere l'iscrizione nell'Elenco Speciale dei giornalisti della Lombardia, quale direttore della rivista studentesca "Mondo Beat" e di conseguenza avrebbe ottenuto dal Tribunale l'autorizzazione a pubblicare.
Era successo che la domanda di iscrizione era stata presa in visione da Luigi Marinatto, un consigliere dell'Ordine, con cui Gerbino aveva avuto un colloquio e a cui aveva lasciato in visione copia di questo numero della rivista. A Luigi Marinatto sarebbe piaciuto tanto questo numero di Mondo Beat, che avrebbe concesso a Melchiorre Gerbino l'iscrizione e avrebbe pure espresso le sue felicitazioni a Antonio Pilati, che in questo numero aveva pubblicato l'articolo "Le scelte castrate".
Luigi Marinatto, che mostrava le sembianze di un omino moderato, tranquillo, era in realtà un rivoltato, un ribelle, come noi di Mondo Beat, e per questo il numero gli era piaciuto tanto.
Egli avrebbe poi avuto rogne ad avere concesso l'iscrizione a Melchiorre Gerbino, perché questi avrebbe mostrato una determinazione inflessibile nel volere affermare i diritti civili e il Movimento Mondo Beat se ne sarebbe fatta una ragione.
Ma Luigi Marinatto aveva previsto che avrebbe avuto rogne, come pure noi di Mondo Beat avevamo previsto che ne avremmo avute.
Possa il ricordo di Luigi Marinatto durare tanto quanto quello di Mondo Beat.

 Luigi Marinatto, consigliere dell'Ordine dei giornalisti della Lombardia
Possa il ricordo di Luigi Marinatto durare tanto quanto quello di Mondo Beat.

pagina 4
LE SCELTE CASTRATE (continuazione dalla pagina 3) di Agor, pseudonimo di Antonio Pilati.

Nella stessa pagina 4, LETTERA AL PARTITO, firmata "The Beanik's Clan - Monza", fu scritta da Antonio Mariani.
Con questa lettera Antonio Mariani bene interpretava la posizione di Mondo Beat, che prendeva distanza da tutti i partiti politici rappresentati nel parlamento italiano dell'epoca.
Antonio Mariani era il leader dei beats di Monza e uno dei ragazzi di spicco del Movimento Mondo Beat.

pagina 5
LETTERA DI DIMISSIONI, di Lorenzo.
Lorenzo diede da pubblicare questa sua poesia, con la quale attaccava la Dalmine SpA, ma siccome non si volle firmare col suo nome e cognome, né provare che aveva veramente lavorato alla Dalmine, Melchiorre Gerbino nel pubblicare la poesia avrebbe cambiato il nome della società da Dalmine in Valdine (società inesistente).
All'apparire di questo numero, Lorenzo si sarebbe arrabbiato e Gerbino gli avrebbe detto di non presentare più alcunché per la pubblicazione, perché sarebbe stato cestinato.

pagina 6
I BEATNIKS OGGI, di Renzo Freschi, che febbrilmente continuava a copiare quello che l'agente della CIA, Fernanda Pivano, scriveva e glielo pubblicizzava dalle pagine di Mondo Beat. Grande intellettuale, Renzo Freschi!

pagina 7
I BEATNIKS OGGI (continuazione dalla pagina 6) dell'infaticabile Renzo Freschi.

Nella stessa pagina 7, PENSACI BENE, GIACOMINO! e IL MONDO BEAT DEI PICCOLI, entrambi di Melchiorre Gerbino. Col primo, Gerbino si burlava dell'editore Giangiacomo Feltrinelli, che concepiva bottoni con slogan di protesta e li commercializzava. Col secondo, si burlava del giro di quelli che frequentavano il salotto letterario di Fernanda Pivano.

pagina 8
Poesie di Anita e Tella.
Non si conosceva il cognome di Anita. Tella è Tella Ferrari.
A Mondo Beat, per quanti sforzi si siano fatti, non si riuscì a non pubblicare poesie.

pagina 9
DIO ESISTE / DIO NON ESISTE di Gianfranco Sanguinetti (G.F.S.).
Acuto ragionamento di Sanguinetti sull'esistenza delle religioni indipendentemente dall'esistenza o meno di Dio.
Gianfranco Sanguinetti fu precursore dei situazionisti e poi un loro celebrato rappresentante internazionale.
Come già descritto, a casa sua avvenne l'incontro con cui si decise di fondere Mondo Beat e Onda Verde.

Articolo pubblicato in una rivista di cui purtroppo Melchiorre Gerbino ha perso memoria del nome
Uno scritto di Gianfranco Sanguinetti sulla fusione di Mondo Beat con Onda Verde.

Due giovani di Onda Verde, tardi la sera, sotto le arcate di Piazza Duomo
Giovani di Onda Verde contro il servizio militare obbligatorio.
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Nella stessa pagina 9, INTRODUZIONE AL BUDDISMO, di Gennaro De Miranda.

pagina 10
INTRODUZIONE AL BUDDISMO (continuazione dalla pagina 9) di Gennaro De Miranda.
Quando fu trovato il corpo di Gennaro De Miranda, in una delle tasche furono trovati appunti sul buddismo, ma non ancora tanto compiuti da potere pubblicare un altro articolo, oltre questo qui pubblicato.

pagina 11
PER UNA GRAMMATICA SOCIALE DEL SESSO, di Marco Maria Sigiani.
Un brillante saggio su un argomento tabù. Marco Maria Sigiani avrebbe contribuito a dare una linea originale alla rivista Mondo Beat più di ogni altro. E non solo dei redattori egli era il più originale, ma anche il meglio informato sugli scenari della rivolta giovanile nel mondo.

pagina 12
PER UNA GRAMMATICA SOCIALE DEL SESSO (continuazione dalla pagina 11), di Marco Maria Sigiani.

E qui vale bene che Melchiorre Gerbino si tolga un sassolino dalle scarpe.
Qualche giorno dopo che la Tendopoli di Mondo Beat, Barbonia City, era stata distrutta dai militari e la sede del Movimento, la Cava, era stata requisita dai servizi segreti (metà giugno 1967), in un locale del quartiere Brera si sarebbe tenuto un dibattito su quegli eventi, tra Marco Maria Sigiani e Umberto Eco, moderatore Antonio Pilati. Melchiorre Gerbino era presente in sala tra il pubblico. A un certo punto Umberto Eco, usando l'accendino Taser di cui era dotato (non sorprenda quello che asserisco) nell'accendere la pipa avrebbe colpito con una scarica Marco Maria Sigiani, che sarebbe rimasto tramortito e ammutolito, e allora Umberto Eco avrebbe fatto sembianze come se Sigiani fosse rimasto interdetto a causa delle di lui disquisizioni. Questa situazione penosa si sarebbe protratta finché Melchiorre Gerbino non si sarebbe levato all'impiedi e, rivolgendosi a Umberto Eco, avrebbe chiesto "Che ne pensa del Corriere della Sera?" (quotidiano che aveva fatto campagna mediatica per la distruzione di Mondo Beat). Al che Umberto Eco avrebbe fatto prima sembianze di essere stato interrotto disdicevolmente, ma poi, siccome chi l'aveva interrotto era Melchiorre Gerbino, che allora era assai più conosciuto a vista di quanto non lo fosse Umberto Eco, questi avrebbe reagito dicendo: "Io non ho mai collaborato con questo giornale reazionario!", riferendosi al Corriere della Sera. E con questo il dibattito sarebbe terminato. Ma non le conseguenze. E difatti Marco Maria Sigiani, che era salito alla ribalta come uno degli intellettuali più brillanti e attivi del momento, dopo quella scarica Taser non sarebbe stato più il giovane attivo che era stato fin lì ma sarebbe uscito di scena, in una eclissi quasi totale e per lungo tempo. A sua volta Umberto Eco avrebbe avuto le porte chiuse in faccia dal Corriere della Sera durante quaranta anni e solo qualche anno prima della morte gli sarebbe stata concessa una qualche collaborazione, ma allora il Corriere della Sera non sarebbe stato più un quotidiano di riferimento internazionale, ma di secondo rango nel panorama della stampa mondiale, quale è oggi, che a questo lo avrebbe ridotto la Contestazione. Infine, in morte, Umberto Eco avrebbe mostrato come in vita non abbia avuto la statura faraonica che aveva ostentato, che, l'avesse avuta, si sarebbe fatto seppellire con l'accendino Taser che aveva tenuto nel taschino del gilet durante tutta la sua famosa carriera.
Chi si meraviglia di quanto scrivo e pensa che tanto sia stato impossibile e pertanto è inverosimile, non ha comprensione di cosa sia il potere e di come possa ricorrere a persone e strumenti di ogni sorta per restare potere.

Umberto Eco aveva una collezione di gilet

pagina 13
Qui uno scritto di Andrea Valcarenghi sulla fusione tra Mondo Beat, Onda Verde, Provos della Sacco e Vanzetti, avvenuta a casa sua il 15 dicembre 1966.

pagina 14
Il logo Onda Verde fu creato da Enea, lo stesso ragazzo milanese che in precedenza aveva creato il logo Mondo Beat. In entrambe le circostanze Enea, utilizzando uno spillo, avrebbe tracciato i logo su matrici di ciclostile.

Nello scritto di questa pagina, che è di Andrea Valcarenghi, si legge di "masturbazione intellettualistica". Questa era la maniera con cui Andrea Valcarenghi edulcorava l'espressione "le seghe mentali", che Melchiorre Gerbino aveva introdotto con successo nel parlare comune, espressione che peraltro non era nemmeno di Melchiorre Gerbino, ma del suo professore di lettere Salvatore Vivona.

A salvatore Vivona si deve l'espressione 'Le seghe mentali'
Salvatore Vivona
cui si deve l'espressione "Le seghe mentali".


Storia di Mondo Beat. Capitolo 6