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Milano, 27 Novembre - fine Dicembre 1966.
- "Manifestazione delle Manette"
- Morte di Gennaro De Miranda.
- Fusione dei gruppi Mondo Beat, Onda Verde, Provos.
- "Manifestazione dei Fiori".
- Stampa clandestina del secondo numero della rivista Mondo Beat.
- Conferenza Europea della Gioventù Anarchica.
- Il richiamo irresistibile del Movimento Mondo Beat.


Tornando alla ricostruzione cronologica della storia di Mondo Beat, il 20 novembre 1966, cioè il giorno dopo che Vittorio Di Russo era stato arrestato nei sottopassaggi della stazione di metropolitana Cordusio, quelli del Movimento Mondo Beat decidevamo di inscenare una manifestazione pubblica per la sua scarcerazione e invitavamo anarchici e radicali perché aderissero.

Tra il 21 e il 26 novembre i tre gruppi si coordinavano e la domenica 27 inscenavano nel cuore di Milano, a Piazza San Babila, una manifestazione per la liberazione di Vittorio Di Russo, che avrebbe avuto grande eco nella stampa, il quotidiano Il Giorno ne avrebbe riportato notizie e foto in prima pagina.

"Manifestazione delle Manette" - Milano, 27 novembre 1966
- La prima manifestazione in Italia di gruppi extraparlamentari -


Gianoberto Pinky Gallieri e piu' in basso, Carlo de Paoli
Si sono ammanettati alle sbarre del metro (da Il Giorno)
Nella foto, Gianoberto Pinky Gallieri ammanettato; più in basso Carlo de Paoli.

La Manifestazione delle Manette fu la prima manifestazione di gruppi extraparlamentari in Italia
Roberto Pieraccini dei radicali e Gianoberto Pinky Gallieri degli anarchici (da Il Giorno)
Foto in alto a destra, Roberto Pieraccini portato via dalla polizia.
Nelle 2 foto in basso, Gianoberto Pinky Gallieri portato via dalla polizia.
Gianoberto Gallieri, detto Pinky, era personaggio centrale della rivolta giovanile in Europa. Aveva partecipato al Movimento Provo in Olanda e ora teneva i contatti tra gli anarchici della sezione Sacco e Vanzetti di Milano e varie organizzazioni libertarie europee.

Gianoberto Gallieri e Giuseppe Pinelli erano i personaggi piu di riferimento tra gli anarchici milanesi ai tempi di Mondo Beat
Gianoberto Pinky Gallieri trasportato a braccia dai poliziotti (dal Corriere della Sera)
Questa manifestazione unitaria dei gruppi extraparlamentari veniva inscenata per la liberazione dal carcere di Vittorio Di Russo, arrestato e imprigionato in forza di un codice di pubblica sicurezza emanato nell'era fascista (Codice Rocco) con cui a discrezione della polizia si ingiungeva a un cittadino che non aveva commesso alcun crimine di non soggiornare in una parte del territorio del Paese, pena il carcere.

Giovani attivisti di vari gruppi extraparlamentari milanesi
Attivisti di vari gruppi extraparlamentari ammanettati alla ringhiera d'ingresso della stazione metro San Babila (da La Notte)
Durante questa manifestazione la polizia sarebbe intervenuta di maniera nonviolenta, ma in Questura agli arrestati non domiciliati a Milano sarebbe stato ingiunto il "foglio di via obbligatorio" verso i loro luoghi di residenza e la "diffida di non soggiornare in Milano durante 5 anni", pena un mese di carcere, se non avessero ottemperato a quelle ingiunzioni e fossero stati arrestati ancora in Milano (le stesse ingiunzioni del Codice Rocco a causa delle quali Vittorio Di Russo si trovava in carcere).

Rarissime sono le foto in cui Umberto Tiboni, uno dei personaggi centrali della storia di Mondo Beat, si è, lasciato riprendere
Manifestazione delle Manette. Umberto Tiboni e Maurizio Orioli (da l'Unità)
Rarissime sono state le occasioni in cui Umberto Tiboni, uno dei personaggi centrali della storia di Mondo Beat, si sia lasciato fotografare.

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Con la Manifestazione delle Manette, Mondo Beat avrebbe rinsaldato i legami con gli anarchici e i radicali milanesi, mentre giovani di Torino e Genova, avendo appreso della manifestazione, sarebbero venuti a Milano per conoscere i giovani di Mondo Beat e sarebbero affluiti nel Movimento, che da allora si sarebbe propagato nel nordovest del Paese.

Il 1º dicembre 1967, nella sede dei radicali milanesi, Melchiorre Gerbino faceva la conoscenza di Gianfranco Sanguinetti e Andrea Valcarenghi, due dei fondatori del gruppo Onda Verde, e con loro considerava come coordinare le attività di Mondo Beat con Onda Verde. Per parlarne compiutamente i tre fissavano un incontro.

Nella mattinata di domenica 4 dicembre, Gunilla Unger e Melchiorre Gerbino incontravano Andrea Valcarenghi e Gianfranco Sanguinetti a casa di quest’ultimo. Parlavano allora di caratteristiche, strategie, obiettivi, dei loro rispettivi gruppi. Melchiorre Gerbino spiegava come i giovani di Mondo Beat, che erano di tutte le estrazioni sociali e di ogni parte d’Italia, si caratterizzavano per il rifiuto di vivere in famiglia, frequentare la scuola, piegarsi al lavoro salariato. Spiegava come dacché compivano il rifiuto di vivere integrati, si realizzavano nello spazio anarchico che essi stessi creavano. Calcolava che Mondo Beat contava all'incirca 200 giovani, mettendo in conto quelli che erano ancora impegnati a Firenze nel post alluvione e quelli in prigione per non avere ottemperato alle diffide e ai fogli di via obbligatori.
Gianfranco Sanguinetti e Andrea Valcarenghi erano studenti dell'ultimo anno di liceo classico. Assieme a Antonio Pilati e a Marco Maria Sigiani, loro compagni di classe, avevano fondato Onda Verde, un gruppo che consisteva di una ventina di studenti che inscenavano azioni nonviolente del tipo Living Theater, intese a scioccare la massa degli studenti per svegliarla dal torpore scolastico ai grandi temi del pacifismo e dell’ecologia. Erano ragazzi della borghesia milanese più illuminata e pertanto bene informati e erano seriamente impegnati ad affermare i diritti civili in Italia. Certamente Melchiorre Gerbino non avrebbe potuto proporre loro di farsi assorbire da Mondo Beat e perciò propose a Sanguinetti e Valcarenghi una fusione tra Mondo Beat e Onda Verde, che avrebbe potuto essere formalizzata nel futuro numero della rivista Mondo Beat, che in quell’occasione sarebbe apparso con la testata "Mondo Beat/Onda Verde", per poi tornare nei successivi numeri solo "Mondo Beat", ma apparendo la sigla "Onda Verde" accanto alle firme di quelli di loro che vi avessero pubblicato articoli. Avrebbero così trovato l’accordo senza inutili schermaglie e avrebbero deciso un incontro a metà dicembre a casa di Valcarenghi per sancire la fusione, convinti che essa avrebbe beneficiato entrambi i gruppi, Mondo Beat, perché articoli prestigiosi di Antonio Pilati e di Marco Maria Sigiani avrebbero arricchito la rivista, che così si sarebbe potuta radicata più profondamente nelle scuole secondarie di Milano, e avrebbe beneficiato Onda Verde, che si sarebbe integrata in un movimento storico che occupava le piazze e affollava le prigioni.

Nella mattinata di domenica 11 dicembre Melchiorre Gerbino e Gunilla Unger si recavano a Cinisello Balsamo, in un appartamento che Umberto Tiboni metteva a disposizione di giovani scappati di casa. Cercavano di rintracciare Gennaro De Miranda, che non vedevano da un paio di giorni, col quale si dovevano coordinare per la stampa di un nuovo numero della rivista Mondo Beat. L’appartamento era intasato di ragazzi e ragazze che dormivano per terra nei sacchi a pelo, ma non c'era Gennaro De Miranda, che era solito dormirci.
Dopo una decina di minuti che Gunilla Unger e Melchiorre Gerbino erano nell’appartamento, si sentiva bussare con veemenza alla porta e voci perentorie ordinavano di aprire: i carabinieri!... "Fermi tutti! Fuori tutti dai sacchi a pelo!"... Venivamo caricati su cellulari e trasportati alla caserma di Cinisello Balsamo. La retata i carabinieri l’avevano fatta in cerca di Chicca, una ragazza milanese scappata di casa, sorella di quell’Enea che aveva disegnato il logo della testata di Mondo Beat. Chicca non l'avevano trovata, ma erano contenti lo stesso, perché avevano intercettato una trentina di bitter, come ci definiva il maresciallo Sciolti, comandante della caserma di Cinisello Balsamo, il quale avrebbe fatto fioccare fogli di via obbligatori verso tutte le direzioni d’Italia e pure verso l’estero. Gunilla Unger e Melchiorre Gerbino avrebbero scampato all’ingiunzione perché lavoravano a Milano e vivevano in un appartamento regolarmente affittato.

Domenica 12 dicembre avremmo appreso dai giornali la terribile notizia della morte di Gennaro De Miranda, il cui corpo era stato trovato a Cinisello Balsamo nella Fossa dei Serpenti, un fossato non lontano dall'appartamento di Umberto Tiboni dove Gennaro De Miranda era solito dormire.

Chi investi' Gennaro De Miranda, invece di prestare soccorso spinse il corpo in un fossato poco distante
Gennaro De Miranda ucciso da un pirata della strada (da Il Giorno)
Gennaro De Miranda era stato investito da una macchina mentre di notte si recava verso l'appartamento di Umberto Tiboni dove era solito dormire. All'inizio delle indagini, la polizia scientifica aveva espresso perplessità sulla dinamica della morte, e cioè se Gennaro De Miranda fosse stato ucciso altrove e poi il suo corpo trasportato dov'era stato trovato. Ma una signora che abitava in vista del luogo dove il corpo fu trovato, avrebbe dichiarato che la notte della di lui morte aveva sentito un forte rumore proveniente dalla strada, come quello di un corpo investito da una macchina, e dato che l'ora in cui quella signora aveva sentito quel rumore coincideva con l'ora in cui la polizia scientifica calcolava che Gennaro De Miranda era morto, il caso sarebbe stato classificato come incidente stradale e occultamento di cadavere a poca distanza da dove l'incidente era avvenuto.
Avendo appreso dai giornali la terribile notizia, Il 13 dicembre si recavano all'obitorio di Cinisello Balsamo, per la triste incombenza dell'identificazione del corpo di Gennaro De Miranda, quattro giovani di Mondo Beat, Maurizio Orioli, Roberto Antonelli, Stefano Mondo e Melchiorre Gerbino. In quella circostanza Melchiorre Gerbino avrebbe conosciuto Ezio Chiodini, un giovane giornalista del quotidiano Il Giorno, che si dichiarava interessato a seguire gli eventi del Movimento Mondo Beat e pertanto tra Melchiorre Gerbino e Ezio Chiodini si sarebbe stabilito un contatto.

Nella foto, da sinistra verso destra, Maurizio Orioli, Roberto Antonelli, Stefano Mondo e Melchiorre Gerbino
Identificazione del corpo di Gennaro De Miranda (da Il Giorno)
Nella foto, da sinistra, Maurizio Orioli, Roberto Antonelli, Stefano Mondo e Melchiorre Gerbino all'entrata dell'obitorio di Cinisello Balsamo.

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Il 15 dicembre sera a casa di Andrea Valcarenghi avveniva l'incontro per la fusione di Onda Verde e Mondo Beat, fusione alla quale vollero concorrere anche i provos della sezione anarchica Sacco e Vanzetti.
In rappresentanza di Onda Verde erano presenti Antonio Pilati, Gianfranco Sanguinetti, Marco Maria Sigiani e Andrea Valcarenghi, che consegnavano i loro articoli a Melchiorre Gerbino perché venissero pubblicati nel futuro numero della rivista Mondo Beat.
Per Mondo Beat erano presenti Gunilla Unger, Umberto Tiboni e Melchiorre Gerbino.
Per i provos della Sacco e Vanzetti era presente Giuseppe Pinelli, che avrebbe proposto di inscenare una manifestazione pubblica per celebrare l'evento della fusione e dedicare la manifestazione a Vittorio Di Russo, che era ancora in prigione.
In verità questa fusione si sarebbe rivelata di grande importanza, perché da quel momento ci sarebbe stato un solo movimento libertario a Milano, che sarebbe diventato prima il faro del sollevamento della gioventù italiana e poi il movimento più attivo nel mondo occidentale, quando l'olandese Provobeweging e l'americano Free Speech Movement sarebbero già stati in declino e a Milano si sarebbero aperti gli scenari della Contestazione.

Il 16 sera a casa di Melchiorre Gerbino e Gunilla Unger arrivava Tella Ferrari, una studentessa israelita di 16 anni, che aveva comprato una copia del primo numero di Mondo Beat, le era piaciuto e si proponeva per il lavoro di redazione.
Melchiorre Gerbino avrebbe mostrato a Tella Ferrari le copie degli articoli che dovevano essere pubblicati nel futuro numero di Mondo Beat e le avrebbe spiegato gli spazi che avrebbero dovuto occupare nelle matrici di ciclostile. Tella Ferrari si sarebbe mostrata subito capace di fare il lavoro. Era ragazza intelligente e rigorosa, per la quale Gunilla Unger e Melchiorre Gerbino sentirono stima e poiché durante il giorno essi erano impegnati nei rispettivi impieghi, avrebbero dato a Tella Ferrari copia delle chiavi del loro appartamento perché fosse libera di venire quando meglio le si confaceva. Tella Ferrari avrebbe fatto un lavoro prezioso, che avrebbe consentito al secondo numero di Mondo Beat di uscire tra Natale e Capodanno, come ci si auspicava.

Sabato 17 dicembre si sarebbe svolta la manifestazione che Giuseppe Pinelli aveva proposto e che lui stesso avrebbe condotto. I partecipanti, che si sarebbero riuniti in Piazza Cordusio, avrebbero tenuto un sit-in a Piazza Duomo; infine avrebbero mosso fin dentro il cortile della Questura, dove si sarebbero consegnati spontaneamente all'arresto.
Questa manifestazione avrebbe avuto grande copertura mediatica. La si ricorda come "Manifestazione dei Fiori", perché i manifestanti avrebbero offerto fiori ai poliziotti e avrebbero chiesto che i poliziotti fossero armati di fiori.

"Manifestazione dei Fiori" - Milano, 17 dicembre 1966

I provos della Sacco e Vanzetti erano tutti milanesi, studenti delle secondarie
I provos della sezione anarchica Sacco e Vanzetti (foto AGI)
I provos della Sacco e Vanzetti erano una cinquantina di studenti milanesi delle secondarie. Erano anarchici tradizionali, ma con la mutazione della nonviolenza. E qui vale la pena ricordare come negli Anni 60 gli anarchici tradizionali avevano avuto una mutazione, dovuta all'affermazione di nuovi movimenti, quali il Free Speech Movement, il Provo Beweging, il Movimento Mondo Beat, cui essi si sentivano ideologicamente contigui. Prima dell'affermazione di questi movimenti, gli anarchici avevano fatto ricorso sistematico alla violenza per interferire nel corso della Storia, ma dopo l'affermazione di questi movimenti, cui avrebbero partecipato masse di giovani, gli anarchici si sarebbero resi conto di come la nonviolenza fosse l'approccio giusto per mobilitare le nuove generazioni e vi si sarebbero conformati.

Giorgio Bocca capì quali cambiamenti epocali la rivolta nonviolenta della gioventù producesse
"La provocazione dei provos", di Giorgio Bocca (da Il Giorno)
Questo articolo di Giorgio Bocca, che prendeva spunto dalla Manifestazione dei Fiori, cui egli aveva assistito, va assolutamente letto, se si vuole capire quali cambiamenti epocali stavano avvenendo nella società italiana alla fine del 1966. Ovviamente, tutta la stampa si interessava al fenomeno della rivolta nonviolenta della gioventù e ne avrebbe scritto a iosa, ma solo Giorgio Bocca ne avrebbe colto subito e a pieno il significato e avrebbe capito quali cambiamenti epocali essa producesse.

Il giorno era un quotidiano dell'area governativa progressista e mostrava una certa simpatia verso i gruppi extraparlamentari.
Armiamo la polizia con i fiori (da Il Giorno)
Il Giorno, quotidiano governativo di area progressista, manifestava una certa simpatia per i gruppi extraparlamentari e nel tempo ne avrebbe mostrata sempre di più per Mondo Beat, perché Giorgio Bocca, che scriveva per quel quotidiano e vi aveva preminenza intellettuale, capiva quale aria benefica soffiasse dal Movimento Mondo Beat a emancipare la società italiana, che sotto una patina di democrazia era ancora tanto incrostata di cultura fascista.

I comunisti difendevano strumentalmente i gruppi extraparlamentari perche' davano fastidio al potere che i comunisti avrebbero voluto rovesciare
Con un fiore contro le cariche della polizia (da L'Unità)
L'Unità, organo ufficiale del Partito Comunista Italiano, solidarizzava con i gruppi extraparlamentari perché davano fastidio al potere, che i comunisti avrebbero voluto rovesciare, e perciò i comunisti prendevano le nostre difese e l'avrebbero fatto particolarmente per Mondo Beat, che più di ogni altra formazione extraparlamentare metteva in crisi il sistema. Inoltre i comunisti nutrivano la speranza di potere inglobare il Movimento Mondo Beat, o quantomeno di potersi fare fiancheggiare da esso.

Roberto Pieraccini, a sinistra nella foto (cappello occhiali baffi) fu intellettuale radicale molto attivo anche nelle piazze
Tra i manifestanti, Roberto Pieraccini. Egli è a sinistra (cappello, occhiali, baffi) laddove sembra che punti il dito il manifestante arrestato dai poliziotti (foto Agenzia Franco Sapi)
Roberto Pieraccini dei radicali curava la loro sezione milanese, che con quella di Roma era una delle due sole sezioni che i radicali avevano in Italia. Essi erano allora così pochi, che li si poteva contare tutti tra le dita di due mani.

Carlo De Paoli, uno dei giovani più brillanti e attivi di Mondo Beat
Carlo de Paoli porge un fiore a un poliziotto che tenta di sollevare Gianni Scarpelli dal suolo (da AGI - Il Giorno)
Carlo de Paoli, uno dei ragazzi più intellettuali e attivi di Mondo Beat alle origini del Movimento, sarebbe stato intrappolato nel salone letterario di Fernanda Pivano, l'agente della CIA, e ridotto allo stato d'inerzia.

Ovviamente, l'area conservatrice mostrava insofferenza verso i gruppi extraparlamentari
Cinquanta fermati per una chiassata dei Provos (dal Corriere della Sera)
Tra i fermati dalla polizia, e trasportati via di forza, c'erano gli appartenenti al Gruppo Palumbo. Questo gruppo era così denominato perché sulla porta dell’appartamento che fungeva loro da sede operativa era apposta la targa "Palumbo", cognome del precedente inquilino. Benché i componenti del Gruppo Palumbo fossero solo 6 di numero, il gruppo era famoso perché i 6 erano originali e audaci.
Il Corriere della Sera, e il Gruppo Crespi cui apparteneva, che era allora il gruppo editoriale più potente d'Italia e il più conservatore, osteggiavano le formazioni extraparlamentari, per cui ne scrivevano con ironia e acredine, e particolare acredine avrebbero mostrato verso Mondo Beat mano a mano che il Movimento sarebbe cresciuto, ancor più perché i conservatori sospettavano che i beats fossero collusi coi comunisti.

Gianni Scarpelli era il leader del Gruppo Palumbo
Gianni Scarpelli, l leader del Gruppo Palumbo, trasportato di forza dai poliziotti (da L'Unità)

La Manifestazione dei Fiori, cui Melchiorre Gerbino non poté partecipare per dei contrattempi, si concluse con molti partecipanti che entrarono nel cortile della Questura e si consegnarono spontaneamente ai poliziotti. Dopo questa manifestazione, che non era stata autorizzata, le altre simili sarebbero state represse violentemente dai reparti speciali della polizia.

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Il 23 dicembre 1966, Umberto Tiboni, Stefano Mondo e Melchiorre Gerbino si recavano a Sesto San Giovanni negli uffici della ditta dove Tiboni lavorava, per stamparci clandestinamente il nuovo numero della rivista Mondo Beat. Per compiere il lavoro avrebbero avuto tempo dalla sera del 23 all’alba del 27, quando l’ufficio restava chiuso per le ferie di Natale. Il ciclostile qui era elettrico e, a differenza di quello a manovella della Sacco e Vanzetti, stampava a gran velocità fogli asciutti. Ma il lavoro che i tre si apprestavano a compiere sarebbe stato comunque estenuante, perché dovevano stampare 5.000 copie di un numero che consisteva di 14 pagine.
I tre avrebbero lavorato tutta la notte del 23 e tutto il giorno 24, solo interrompendo di tanto in tanto, il tempo di bere un caffè e mangiare un panino. Il 24 sera Melchiorre Gerbino avrebbe convinto Umberto Tiboni a caricare il ciclostile sulla sua macchina e andare a continuare il lavoro nell'appartamento di Gerbino stesso, dove sarebbero stati più comodi e avrebbero potuto essere aiutati da Gunilla Unger. E così i quattro, lavorando e riposando a turno, sarebbero andati avanti con la stampa ininterrottamente durante tutto il giorno di Natale e fino al 26 pomeriggio, quando avrebbero ultimato il lavoro.
Intanto negli stessi giorni 24, 25, 26 dicembre alla Sacco e Vanzetti si era tenuta la Conferenza Europea della Gioventù Anarchica, cui i quattro che avevano concorso alla stampa del secondo numero di Mondo Beat non avevano avuto tempo di partecipare.
Il 26 dicembre, alla fine della conferenza, gli anarchici e i provos della Sacco e Vanzetti avrebbero inscenato una manifestazione davanti al Consolato spagnolo contro la dittatura del generale Francisco Franco.

Gli anarchici spagnoli erano molto legati agli anarchici e comunisti italiani, avendo i loro padri combattuto assieme durante la guerra civile in Spagna.
Una garrota esposta davanti al Consolato spagnolo di Milano (da Il Giorno articolo a sinistra - da L'Unità articolo a destra)
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Il mese di dicembre del 1966 avrebbe segnato l'affermazione del Movimento Mondo Beat. Centinaia di ragazzi e ragazze, di tutte le classi sociali e di ogni parte d'Italia, sarebbero fuggiti di casa per venire a Milano e unirsi ai beats. I giovani avvertivano come Mondo Beat stesse promuovendo una rivoluzione vera, perché esistenziale, e volevano partecipare.
Qui riprodotti alcuni articoli e trafiletti dei tanti che nel dicembre del 1966 sarebbero apparsi nei quotidiani italiani, che descrivevano fughe di giovani dal loro ambiente per unirsi ai beats. Da notare come numerosissime erano le ragazze.

La commovente storia di un giovane ladro sardo, che arrestato e interrogato sugli anelli e le catenine che aveva rubato, avrebbe confessato di averli donati ai beats, uno degli anelli a Vittorio Di Russo.
Fondato a metà ottobre del 1966, alla fine dello stesso anno Mondo Beat aveva già trasformato la società italiana (Vari quotidiani)
Nelle foto riprodotte in questi articoli, i volti dei giovani sono tristi perché le foto venivano scattate in comandi di polizia e caserme di carabinieri dove i giovani erano tenuti in custodia, prima di essere consegnati ai genitori o rinchiusi in carceri minorili.
In uno di questi articoli, la commovente storia di un giovane ladro sardo, che arrestato e interrogato sugli anelli che aveva rubato in vari hotel, avrebbe confessato di averli donati ai beats, uno degli anelli a Vittorio Di Russo.


Storia di Mondo Beat. Capitolo 5