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- Melchiorre Paolo Gerbino
- direttore della rivista Mondo Beat

Fernanda Pivano e Allen Ginsberg

(if you want to read it in English)


Che Allen Ginsberg sia stato sionista è evidente, se è vero che, indirizzandosi idealmente a Carl Solomon, scrive in "Howl "... I'm with you in Rockland where you accuse your doctors of insanity and plot the Hebrew socialist revolution against the fascist national Golgotha...".
Ora, "ordire la rivoluzione socialista ebraica contro il nazifascista Golgota", non è altro che destabilizzare il mondo occidentale con i media e con la finanza, che i sionisti gestiscono, e con le guerre, che i sionisti provocano: il tutto nell'intento di rendere la gente disperata e farle accettare qualsiasi cosa possa procurare tranquillità, cioè una dominazione sionista, come chiaramente descritto ne "I Protocolli dei Savi di Sion". Che "I Protocolli dei Savi di Sion" siano autentici o un falso, non fa differenza, perché quello che vi è scritto è realistico e attuale.
E venendo al concreto, mentre ai giovani di Mondo Beat la polizia rompeva le costole a calci, Allen Ginsberg arrivava in Italia e con una enorme copertura mediatica riceveva un premio al Festival dei Due Mondi di Spoleto. Forte di tanta immagine, a sua volta egli ne profondeva a Fernanda Pivano, affidando a lei la traduzione del suo "Howl", creando assieme a lei la rivista "Pianeta Fresco", partecipando assieme a lei a eventi culturali.
La carismatica immagine a Fernanda Pivano sarebbe servita per screditare i protagonisti di Mondo Beat (che facevano sottocultura, lei asseriva) e sarebbe servita a lei per calamitare provinciali italiani, che con menate di Beat Generation avrebbe sfruttato economicamente e resi ancor più confusi di quanto già non fossero, perché non avessero a partecipare a una rivoluzione vera, quella promossa da Mondo Beat con la Contestazione. Dopo i tempi di Mondo Beat, Fernanda Pivano, per banalizzarne e stravolgerne la storia, si sarebbe spinta fino al punto di ricorrere a fotomontaggi. Nel suo libro "C'era una volta un Beat" avrebbe pubblicato un fotomontaggio con cui si documentava la presenza di Vittorio Di Russo e di Paolo Gerbino in una riunione mai esistita.
Questo fotomontaggio avrebbe evidenziato come Fernanda Pivano sia stata agente della CIA

La CIA stessa avrebbe reso noto che lo PSIUP era stato da essa Agenzia creato e gestito
Fernanda Pivano agente della CIA.
In questo fotomontaggio, peraltro così mal fatto che pure uno scemo si può rendere conto di come si tratti di un fotomontaggio, le immagini di Vittorio Di Russo e di Melchiorre Paolo Gerbino venivano inserite tra quelle di gente a Melchiorre Gerbino sconosciuta. L'1 Novembre 1966, Fernanda Pivano, Vittorio Di Russo, Melchiorre Gerbino, erano stati a Verona non da Giorgio Bertani, che Melchiorre Gerbino non ha mai incontrato, ma ospiti dell'avvocato Donà, in una villa sulle colline dell'Oltreadige, e peraltro allora Vittorio Di Russo avrebbe avuto un raptus etilico, come si può verificare dai registri dell'Ospedale di Verona, dove Melchiorre Gerbino lo avrebbe accompagnato.
Con questo fotomontaggio Fernanda Pivano avrebbe evidenziato come lei sia stata agente della CIA, che in tempi posteriori alla pubblicazione di "C'era una volta un beat" avrebbe reso noto come lo PSIUP (Partito Socialista Italiano di Unione Proletaria), cui Fernanda Pivano si riferiva nella didascalia del fotomontaggio, fosse stato da essa Agenzia promosso e gestito allo scopo di sfaldare l'unione tra i partiti PSI (Partito Socialista Italiano) e PSDI (Partito Socialista Democratico Italiano) allora facenti parte di una coalizione governativa. E dunque con questo fotomontaggio Fernanda Pivano si era riproposto un doppio scopo: degradare la storia di Mondo Beat nel mostrare come Vittorio Di Russo e Melchiorre Gerbino fossero stati comunisti (quando invece erano anarchici) e invogliare i provinciali italiani a votare alle elezioni per lo PSIUP, per consegnare così i loro voti alla gestione della CIA.
Oltre ad agente della CIA, Fernanda Pivano avrebbe dato prova di essere collaboratrice della Questura di Milano

Gli appartenenti al Gruppo Palumbo erano solo 6 di numero, ma erano famosi perché originali e audaci
L'amara storia di Gianni Scarpelli, il leader del Gruppo Palumbo.

Tra una mezza dozzina di giovani che finirono intrappolati nel salone letterario di Fernanda Pivano, Gianni Scarpelli sarebbe stato coinvolto in un affare di hashish, montato dal Corriere della Sera e dalla Questura di Milano a gettare discredito sul Movimento Mondo Beat. Nel 1967, quando ciò avveniva, hashish e marijuana ancora non erano stati introdotti in Italia e Gianni Scarpelli e quell'altra mezza dozzina di giovani erano stati iniziati a fumare hashish nel salone letterario di Fernanda Pivano perché fossero resi inattivi. Essi erano stati tra i giovani più attivi del Movimento e Gianni Scarpelli il più attivo tra di loro e perciò sarebbe stato condannato a pagare il prezzo più alto.
Fu arrestato e condannato a 8 mesi di prigione, il suo caso creando grande sensazione mediatica, perché il primo caso in Italia di qualcuno condannato per consumo di hashish. A sua volta anche Fernanda Pivano avrebbe ricevuto grande attenzione mediatica, perché avrebbe ottenuto un permesso speciale con cui si consentiva a Gianni Scarpelli di dipingere nella sua cella. Gianni Scarpelli non era pittore, ma il Corriere della Sera e la Questura di Milano si sarebbero affannati a descriverlo pittore, cosicché Fernanda Pivano potesse fare notizia all'ottenere per lui speciale autorizzazione.
Infine Gianni Scarpelli, che era un venditore di oggetti usati in mercati di quartiere, non molti anni dopo questo affare di hashish sarebbe morto improvvisamente, ma questo non deve sorprendere, perché non pochi personaggi del Movimento sono morti da giovani.

Ora, tornando ad Allen Ginsberg, c'è da chiedersi se poteva egli non rendersi conto di chi fosse in verità Fernanda Pivano. Da qui il sospetto che Allen Ginsberg possa essere stato anch'egli colluso con la CIA. Sospetto che viene peraltro rafforzato dalla difficoltà di spiegarsi altrimenti come un poeta così mediocre (sì, mediocre) possa essere stato osannato fino al parossismo.
E se però sulla poetica di Allen Ginsberg possono esserci valutazioni diverse, il fatto innegabile resta comunque che egli, con la tanta prosopopea sulla Beat Generation, in concorso con Fernanda Pivano imbambolò non pochi provinciali italiani, che avrebbero dovuto invece concorrere nella Contestazione, per affermare i diritti civili nel loro Paese e emanciparsi essi stessi.

Poteva Allen Ginsberg non rendersi conto di come Fernanda Pivano fosse agente della CIA?
Allen Ginsberg e Fernanda Pivano facendo campagna in Italia.
Poteva Allen Ginsberg non rendersi conto di come Fernanda Pivano fosse agente della CIA?


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